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Pietro Metastasio Ezio IntraText CT - Lettura del testo |
Valentiniano, Massimo e Fulvia
MASS. |
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VAL. |
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MASS. |
Perché? Qual fallo? Che ingiustizia è la tua! |
FUL. |
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VAL. |
Giusto è il timor. Disse morendo Emilio Ch’io l’offesi in amor: tutto conviene, Massimo, a te. Se tu innocente sei, Pensa a provarlo: assicurarmi intanto Di te vogl’io. |
FUL. |
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VAL. |
Qual altro Insidiar mi potea? Olà! |
FUL. |
Barbaro, ascolta: io son la rea. La morte tua. Quella son io, che tanto Cara ti fui per mia fatal sventura. Io, perfido! son quella Che oltraggiasti in amor, quando ad Onoria Offristi il mio consorte. Ah! se nemici Non eran gli astri a’ desiderii miei, Vendicata sarei, Regnerebbe il mio sposo; il mondo e Roma |
MASS. |
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VAL. |
Io mi confondo. |
FUL. |
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VAL. |
Tradimento sì reo pensar potesti? |
FUL. |
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VAL. |
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MASS. |
Colpevole son io. Se quell’indegna Tanto obliar la fedeltà poteo, Nell’error della figlia il padre è reo. I giorni tuoi col mio morir. Potrebbe Che per la prole in ogni petto eccede, Del padre un dì contaminar la fede. |
VAL. |
Di me disponga: io m’abbandono a lei. Son stanco di temer. Se tanto affanno La vita ha da costar, no, non la curo. Per mancanza di speme io m’assicuro.
Per tutto il timore Che viver così. |