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Pietro Metastasio
Ezio

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SCENA ULTIMA

 

Ezio e Varo con ispade nude, popolo e soldati; indi Onoria e detti.

 

EZIO e VARO

Cesare viva.

FUL.

Ezio!

VAL.

Che veggo!

MASS.

Oh sorte! (getta la spada)

ONOR.

È salvo Augusto?

VAL.

Vedi chi mi salvò! (accenna Ezio)

ONOR.

(ad Ezio)

Duce, qual nume

 

 

Ebbe cura di te?

EZIO

Di Varo amico

Il zelo e la pietà.

VAL.

Come?

VARO

Eseguita

Finsi di lui la morte: io t’ingannai;

Ma in Ezio il tuo liberator serbai.

FUL.

Provvida infedeltà!

EZIO

Permette il Cielo

Che tu debba i tuoi giorni,

Cesare, a questa mano,

Che credesti infedel. Vivi: io non curo

Maggior trionfo; e, se ti resta ancora

Per me qualche dubbiezza in mente accolta,

Eccomi prigioniero un’altra volta.

VAL.

Anima grande, eguale

Solamente a te stessa! In questo seno

Della mia tenerezza,

Del pentimento mio ricevi un pegno:

Eccoti la tua sposa. Onoria al nodo

D’Attila si prepari: io so che lieta

La tua man generosa a Fulvia cede.

ONOR.

È poco il sacrificio a tanta fede.

EZIO

Oh contento!

FUL.

Oh piacer!

EZIO

Concedi, Augusto,

La salvezza di Varo,

Di Massimo la vita ai nostri prieghi.

VAL.

A tanto intercessor nulla si nieghi.

 

CORO

 

 

Della vita nel dubbio cammino

Si smarrisce l’umano pensier.

L’innocenza è quell’astro divino,

Che rischiara fra l’ombre il sentier.

 




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