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Pietro Metastasio
L'isola disabitata

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SCENA PRIMA

 

Parte amenissima di picciola e disabitata isoletta a vista del mare, ornata distintamente dalla natura di strane piante, di capricciose grotte e di fioriti cespugli. Gran sasso molto innanzi dal destro lato, sul quale si legge impressa un’iscrizione non finita in caratteri europei.

 

Costanza, vestita a capriccio di pelli, di fronde e di fiori, con elsa e parte di spada logora alla mano, in atto di terminare l’imperfetta iscrizione.

 

COSTANZA

Qual contrasto non vince

L’indefesso sudor! Duro è quel sasso,

L’istromento è mal atto,

Inesperta la mano; e pur dell’opra

Eccomi al fin vicina. Ah sol concedi

Ch’io la vegga compita,

E da sì acerba vita

Poi mi libera, o Ciel. Se mai la sorte

Ne’ futuri alcun trasporta a questo

Incognito terreno,

Dirà quel marmo almeno

Il mio caso funesto e memorando.

(legge l’iscrizione)

”Dal traditor Gernando

Costanza abbandonata, i giorni suoi

In questo terminò lido straniero.

Amico passeggiero,

Se una tigre non sei

O vendica o compiangi... i casi miei”.

Questo sol manca. A terminar s’attenda

Dunque l’opra che avanza

(torna al lavoro)

 

 

 




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