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Pietro Metastasio L'isola disabitata IntraText CT - Lettura del testo |
Silvia dalla destra e detti; indi Gernando dal lato medesimo.
In van cerchi colà. Per te poc’anzi
Quinci al fonte affrettossi, ed assalito
(accennando alla destra)
Ritornar non poté.
Da chi? Perché?
Il fallo è mio. Perch’ei ti tenne estinta
E qui restar volea, rapirlo a forza
A’ nostri imposi.
A toglierlo d’impaccio. (vuol partire)
Aspetta: io tutto
Già lor spiegai.
Non attesi abbastanza? È tempo, è tempo
(rivolgendosi per partire si trova fra le braccia di Gernando)
Ed è vero?
E non sogno?
Gernando è meco?
Ho la mia sposa accanto?
Quegli accenti interrotti
Mi fanno intenerir.
Di te Gernando è più gentile. Osserva
E tu nulla mi dici.
Eccomi pronto,
Se pur caro io ti sono,
A dir ciò che tu vuoi.
Se mi sei caro?
Più della mia cervetta.
E ben, mi porgi
Dunque la man: sarai mia sposa.
Io sposa?
Oh questo no! Sarei ben folle. In qualche
A passar solitaria i giorni miei.
Non mi lasciò: tutto saprai. Non sono
Quando Enrico conobbi, io me ne avvidi.
A torto gli accusai. Dell’error mio
Or mi disdico.
E mi disdico anch’io. (porgendo la mano ad Enrico)