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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
54 - A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
Voi vi meraviglierete della mia tardanza in rispondervi: ma informato delle circostanze nelle quali mi trovo vi meraviglierete più tosto ch'io trovi il momento di scrivere queste due righe.
Dopo l'ultima che avete ricevuta io corsi alla campagna di Moravia, esigendolo la mia salute, più incomoda del solito: ma invece di trovar sollievo peggiorai considerabilmente di condizione. Ci sorprese fra quelle montagne sul bel principio dell'autunno un inverno così stravagante, fornito di ghiacci, di venti, e di tutti gli ornamenti del dicembre, che a dispetto delle stufe, delle ciminee e delle pelliccie, non vi fu alcuno della comitiva che non guadagnasse il suo catarro, chi più chi meno qualificato: ed io come il più fortunato non fui dei più mal provveduti. Quando finalmente la stagione incominciava a raddolcirsi ed io speravo di rimettermi, ecco una staffetta con l'ordine augustissimo di trasferirmi subito in città, perché l'opera delle dame che dovea prodursi in decembre si volea che si producesse in ottobre. Sicché con i graziosi resti del mio catarro, e con le mie indivisibili affezioni isteriche, son qui fra una folla di tumultuose applicazioni: poiché (oltre l'istruzione di quattro damine affatto novizie e nella lingua e nel contegno teatrale) è caduto sulle povere mie spalle tutto il peso del cavaliere direttor di musica, senza averne né l'onore né il vantaggio. È questo pur un di quei fenomeni di Corte nel quale non avendo io la minima colpa pago tutta la pena. Voi sapete che vuol dire essere al timone d'un teatro: onde non vi descrivo lo stato mio. L'opera andrà in scena fra otto o dieci giorni. Vi mando il libro prima che sia pubblicato, perché il caro mio gemello abbia la preferenza anche in questo, come l'ha nel resto del mio core. E perché la credo molto adattata a' vostri bisogni. Addio: ho una schiera di gente che mi aspetta.