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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
55 - A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
La vostra dell'Escuriale del 12 dello scorso mi affligge con le nuove poco felici della cara vostra salute ed aggrava gl'incomodi della mia, che fra lo strapazzo che mi è convenuto soffrire per la cura della rappresentazione del Re pastore è tuttavia meno soffribile del solito. Uno degli effetti dispiacevoli di questo tumulto è il non essermi stato possibile di secondare il desiderio dell'adorabile gemello scrivendo una Festa a tenore delle sue insinuazioni. Destinai la campagna per sacrificarmi a lui; ma in quella fui assalito, arrivando, da una febbre catarrale da cui, non ristabilito ancora, ebbi addosso una staffetta augustissima che mi fece galoppare in città, dove ho dovuto fare io solo tutti i mestieri del mondo, e fra le fatiche ed i freddi enormi del teatro vuoto il mio mal curato catarro ha preso radici profondissime, che hanno fatto lega con gli altri miei cancherini; onde sono intrattabile così d'umore come di salute. Mi consolo che il Re pastore, qual io vi mandai subito che fu impresso, potrà perfettamente servirvi. Egli è allegro, tenero, amoroso, corto, ed ha in somma tutte le qualità che vi bisognano. Qui non si ricorda alcuno d'uno spettacolo che abbia esatto una concordia così universale di voti favorevoli. Le dame che rappresentano fanno l'incredibile particolarmente nell'azione. La musica è così graziosa, così adattata e così ridente che incanta con l'armonia senza dilungarsi dalla passione del personaggio, e piace all'eccesso. Io l'avrei fatta subito copiare e ve l'avrei mandata; ma come in questa campagna, toltone Alessandro ch'è un tenore, le quattro dame sono soprane, non ho creduto che possa servirvi come sta. Se mai la voleste, leggete l'opera attentamente; destinate le parti, ed a tenore delle vostre disposizioni, se così ordinate, farò che l'autor medesimo riduca le parti al bisogno o faccia di nuovo quello che vi piace. L'autore è il signor Giuseppe Bono: egli è nato in Vienna di padre italiano, e fu mandato da Carlo VI ad imparar la musica sotto di Leo, e con lui ha passato la prima sua gioventù. Conosco ancora altri due maestri di musica tedeschi, l'uno è il Gluck, l'altro Wagenseil. Il primo ha un fuoco maraviglioso, ma pazzo; il secondo è un sonator di cembalo portentoso. Ha composto un'opera a Venezia con molta disgrazia; ne ha composte alcune qui con varia fortuna. Io non son uomo da darne giudizio.
Caro gemello, non posso più scrivere. La mia testa si ribella. Addio, se volete ch'io stia bene datemi il buon esempio: e credetemi ch'io sono più afflitto di voi di non avervi potuto compiacere. Voi sapete ch'io non mentisco: onde non mi dilungo. Amatemi e credetemi.