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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
74 - A GIOVANNI AMBROGIO MIGLIAVACCA - DRESDA
Finalmente con la venuta del signor Belli ho pur ricevute nuove di voi. Io n'era tanto sollecito quanto digiuno da un secolo in qua, e mi rendea men tollerabile il vostro silenzio il non potervi scusare con la distrazione di qualche lungo viaggio in Parnaso: non essendo pervenuta alla notizia mia che ne abbiate intrapreso alcuno frattanto. Ringrazio Iddio che vi abbia ispirato di preferir cotesta dimora quando foste per eleggere fra Dresda e Lisbona. Se per avventura vi foste dichiarato per l'ultima, si sarebbe troppo risentito il mio erario nel dispendio de' suffragi che avrei procurati all'anima vostra. Chi non v'avrebbe creduto là stritolato da qualche rovina, o assorbito da qualche voragine? Ma dacché siete pur vivo, e vi ricordate di me, io dono alla consolazione che ne provo tutto il risentimento che meriterebbe la vostra sonnolenza.
Caro Migliavacca, detto così fra noi, io ho pochissimo concetto di cotesti vostri stampatori. L'edizioni di cui fin'ora si vantano non escono punto dall'ordinario: e non sono atte a solleticar la mia vanità. La povera carta impalpabile, i minuti caratteri, le forme economiche, ed il mendicato fasto de' miseri ornamenti non lasciano sperar prudentemente eleganza e magnificenza da loro. Non riconoscete voi stesso le influenze della lesina nel loro progetto medesimo? Lasciate il decente margine ad una pagina dell'ottavo e ditemi di qual rame può esser capace se non se d'un paesino di tabacchiera? Ma concludiamo.
Una edizione che poco o nulla si distingua dalle innumerabili che pur troppo vi sono delle opere mie, non esigerà certamente la cura mia. Quando se ne intraprenda una che possa tentarmi, io manderò un esemplare di Parigi da me attentamente corretto. Darò la mia Poetica d'Orazio, e conserverò per questa edizione ciò che andrò frattanto per avventura scrivendo: consiglierò su quanto sarà richiesto, e presterò finalmente all'impresa tutta quella mano che per me si possa, senza esigere da chi l'intraprende il minimo contraccambio. Conosco anch'io che una ristampa di tal sorte richiede dispendio considerabile: ed io non spero né consiglio che alcuno abbia questo coraggio. Parmi però senza allucinamento d'amor proprio, che mercé l'universalità della nostra musica, abbia questo libro il vantaggio d'esser di qualche uso a tutte le nazioni, e però meno incerto d'ogn'altro di raccoglier associati in ogni angolo della terra dove sia conosciuto il nostro teatro. Ma questi conti s'han da far dal libraio e non da noi.
Addio, conservatevi, riamatemi e credetemi.