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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
XIV
Nell'agitazione in cui sono per l'inaspettato colpo della morte della povera e generosa Marianna, io non ho forze per dilungarmi. Posso dirvi solo che il mio onore e la mia coscienza mi hanno persuaso a rinunciare in persona del signor Domenico di lei consorte l'eredità, per cui la medesima mi aveva nominato. Io son debitore al mondo di un gran disinganno; cioè che la mia amicizia per essa avesse fondamenti d'avarizia e d'interesse. Io non devo abusare della parzialità della povera defunta a danno del di lei marito; ed il Signore Iddio mi accrescerà per altre parti quello che io rinuncio per questa. Per la mia persona non ho bisogno di cosa alcuna, per la mia famiglia ho tanto in Roma, che potrò farla sussistere onestamente; e se Dio mi conserverà quello che ho in Napoli, darò altri segni dell'amor mio a' miei congiunti, ed a voi penserò seriamente. Comunicate questa mia risoluzione a nostro padre, al quale non ho tempo di scrivere. Assicuratelo della mia determinazione d'assisterlo sempre, come ho fatto finora; anzi di accrescere le assistenze, se non mi mancheranno le mie rendite di Napoli: in somma fatelo entrar nelle mie ragioni affinché non mi amareggi con la sua disapprovazione questa onesta e cristiana risoluzione. Di più, vedendo il signor Luti, riveritelo a mio nome, e ringraziatelo. Pregatelo poi a compatirmi, se oggi non gli rispondo, perché non ho veramente forza, né tempo di farlo.
Voi seguitate intanto ad essere unito col signor Domenico, che spero mostrerà con voi quella buona amicizia, che merita la maniera e confidenza con la quale tratto con lui. Egli ha procura per esigere con facoltà di sostituire: onde tutte le cose andranno come andavano. Solo la povera Marianna non tornerà più, né io spero di potermene consolare; e credo che il rimanente della mia vita sarà per me insipido e doloroso. Iddio mi aiuti, e mi dia forza a resistere, perché, caro Leopoldo, io non me la sento.
Scrivetemi per carità ogni settimana, ve ne priego per mia consolazione e per vostro vantaggio. E riposate sopra di me, che io penserò a voi, se Dio mi darà il modo. Non disapprovate la mia risoluzione. E credete ch'io sarò sempre.
P.S. Cercate di vedere il signor Francesco Lombardi e ditegli che se l'intenda col signor Bulgarelli, che ho pensato a lui, e che gli scriverò l'ordinario venturo.