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Pietro Metastasio
Lettere

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XV

 

A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA

 

Vienna 24 aprile 1734.

 

La vostra sorpresa intorno agli affari di Napoli non è niente maggior della nostra.

Vi sono circostanze così contradditorie che, per coloro che non sono ne' segreti del gabinetto, si rendono inconciliabili. Ragionando finora ordinatamente su le nozioni pubbliche, non ho mai dedotta una conseguenza che l'evento abbia poi verificata. Onde se non ho saputo pronosticar felicemente, ho almeno acquistata l'umiltà di non tentarlo più in avvenire. Nel caso presente poi è più necessaria che in qualunque altro questa rassegnazione; poiché a voler investigare i principii di tali effetti, chi sa dove mai si andrebbe a dar di capo? Lasciamoci portare dal vortice che ci rapisce; e giacché non ne possiamo regolare i moti, non ne cerchiamo le cagioni. Chi sa, voi mi dite, come anderà per noi circa le rendite di Napoli? Questo pensiero mi ha alquanto turbato, e non già per me, ma per voi e per la mia famiglia. Io mi sento già tanto capital di costanza da non risentirmene molto, ma non posso promettermi tanto dagli altri. Nulladimeno la favola non è terminata: chi può mai indovinarne la catastrofe? Io mi sono tante volte rattristato di cose che mi hanno poi prodotta utilità, e tante volte rallegrato di quelle che ho poi trovate nocevoli, che non so più di che io abbia veramente a rallegrarmi o dolermi: e quando finalmente l'evento presente fosse di quelli che possono chiamarsi disgrazie, contento di non averlo meritato, e persuaso di non poterlo evitare, lo soffrirò come si soffrono le intemperie delle stagioni, e gli assalti delle infermità non procurate con l'irregolarità della vita.

Consegnate l'acclusa al signor Parrino; abbracciate a mio nome il signor Domenico, dal quale avrete inteso qual uso dobbiate fare delle mie lettere che la povera signora Marianna avea conservate. Queste non possono servir che d'imbarazzo; onde ardetele pur tutte, come fedelmente lo stesso ho fatto anch'io delle sue. Al signor Residente di Genova ricordatevi di portare i miei rispetti, ed agli altri amici che si sovvengono di me ringraziamenti e saluti. L'istesso a casa. E voi amatemi e credetemi.

 

 




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