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Pietro Metastasio
Lettere

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XX

 

A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA

 

Di Vienna 5 gennaio 1737.

 

Bench'io entri necessariamente a parte del vostro turbamento e della vostra oppressione d'animo, nella quale vi conosco immerso nell'ultima vostra lettera, non posso dissimulare che me ne raddolcisce la compassione la speranza che, uscito da questa tempesta, diverrete miglior piloto di quello che non siete stato per lo passato. Io mi sono spiegato abbastanza nelle mie precedenti che vi credo innocente ma non eccessivamente prudente, e come le massime hanno minor efficacia a persuadere che l'esperienza, parmi ben fondata la mia speranza. Del resto dipenderà da voi il ritrovarmi sempre lo stesso, siccome mille volte mi sono professato, ma vorrei cominciare a veder qualche frutto utile a voi della mia fraterna benevolenza. E vi avrei perdonato volentieri la poca costanza alle applicazioni lucrose, se il mondo avesse qualche vostra lodevole produzione che ve ne scusasse, compensandovi con usura di lode le mancanze dei comodi. Ma, caro fratello, il vedervi all'età che siete egualmente digiuno e di questi e di quella, anzi obbligato a scrivere apologie, non posso negare che mi contrista e mi irrita. Ma il fatto è fatto. Io non voglio rammentarvi il passato se non quanto possa servirvi di stimolo per l'avvenire. Eccomi l'istesso in assistervi, siate voi tutt'altro in corrispondermi. Prendete un sistema costante, e sia qual più vi piace. Fate miglior uso de' felici talenti e delle erudite notizie delle quali siete provveduto, e credete costantemente che così facendo troverete non solo in me un fratello, ma un amico il più tenero che possiate mai desiderarvi. Nelle sanguinose discussioni fra voi ed il Bulgarelli, io ho dovuto fortificarmi contro la natural passione dalla quale mi sentivo troppo inclinato a pronunciar per voi. Sarò forse stato ingiusto per soverchio timore di divenirlo. Se mai vi avessi fatto torto (che in questo caso di tutto il mio core lo desidero) ve ne dimando scusa, e procurerò di ristorarvene. Del resto amatemi quanto io vi amo, che saremo contenti l'uno dell'altro. Addio.

 

 




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