Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Pietro Metastasio
Lettere

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

XXXIX

 

AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI DI BELMONTE - NAPOLI

 

Vienna 5 luglio 1749.

 

All'umanissimo foglio di Vostra Eccellenza del 10 di giugno, ripieno al solito di nuove confermazioni della parziale sua generosa propensione a mio vantaggio, non aspetti ch'io risponda con un lungo rendimento di grazie. Io sono così superbo del suo favore, che per economia di modestia convien che mi trattenga parcamente su questa seduttrice compiacenza. A traverso di tutte le più umili proteste si travederebbe troppo la mia vanità mascherata. Spiegherò con minor rischio la situazione dell'animo mio ristringendomi ad assicurarla ch'io conosco perfettamente il valore delle sue grazie: e che non ignoro totalmente me stesso.

In contraccambio delle novelle armoniche che si compiace l'Eecellenza Vostra comunicarmi del nostro amabile Monticelli, io gliene renderò una bellicosa di questo valoroso Caffariello, che con pubblica ammirazione ha dimostrato pochi giorni sono non esser egli meno atto agli studi di Marte che a quelli d'Apollo. Io non fui presente per mia sventura al fatto d'arme: ma la relazione più concorde è la seguente.

Il poeta di questo teatro è un milanese di molto onesti natali, giovane, vivace, inconsiderato, tanto adorator del bel sesso quanto sprezzatore della fortuna, e non men ricco d'abilità che povero di giudizio. A questo hanno gl'impresari confidata, oltre la cura di raffazzonare i libretti, tutta la direzione teatrale. Non so se per rivalità d'ingegno o di bellezza, fra questi ed il Caffariello si è fin dal primo giorno osservata una certa ruggine, per la quale sono molte volte fra loro trascorsi a motti pungenti ed equivoci mordaci. Ultimamente il Migliavacca (che tale è il nome del poeta) fece intimare una pruova della nuova opera che si prepara. Tutti i membri operanti concorsero, a riserva di Caffariello: o per effetto di natura contradittoria, o per l'avversione innata ch'egli si sente per ogni specie d'ubbidienza. Su lo sciogliersi dell'armonico congresso comparve, nulla di meno, in portamento sdegnoso e disprezzante, ed ai saluti dell'ufficiosa assemblea rispose amaramente dimandando a che servono queste pruove?... Il direttor poeta disse in tuono autorevole che non si dovea dar conto a lui di ciò che si facea: che si contentasse che si soffrissero le sue mancanze: che poco conferiva all'utile o al danno dell'opera la sua presenza o la sua assenza: che facesse egli ciò che volea ma lasciasse almen fare agli altri ciò che doveano. Irritato più che mai Caffariello dall'aria di superiorità del Migliavacca, lo interruppe replicando gentilmente che chi avea ordinata simil pruova era un solennissimo c... Or qui perde la tramontana la prudenza del direttore; e lasciandosi trasportar ciecamente dal suo furor poetico cominciò ad onorarlo di tutti quei gloriosi titoli de' quali è stato premiato il merito di Caffariello in diverse regioni d'Europa: toccò alla sfuggita ma con colori assai vivi alcune epoche più celebri della sua vita; e non era per tacer così presto; ma l'eroe del suo panegirico troncò il filo delle proprie lodi dicendo arditamente al panegirista sieguimi, se hai coraggio, dove non vi sia chi t'aiuti: ed incamminossi in volto minaccioso verso la porta della camera. Rimase un momento perplesso lo sfidato poeta: quindi sorridendo soggiunse, veramente un rival tuo pari mi fa troppa vergogna: ma andiamo, che il castigare i matti è sempre opera cristiana: e si mosse all'impresa. Caffariello, o che non avesse mai credute così temerarie le Muse o che secondo le regole criminali pensasse di dover punire il reo in loco patrati delicti, cambiò la prima risoluzione di cercare altro campo di battaglia, e trincerato dietro la metà dell'uscio fece balenar nudo il suo brando, e presentò le pugna al nemico: non ricusò l'altro il cimento

 

Ma fiero anch'egli il rilucente acciaro

liberò dalla placida guaina.

 

Tremarono i circostanti: invocò ciascuno il suo santo avvocato: e si aspettava a momenti di veder fumar su i cembali e i violoni il sangue poetico e canoro, quando madama Tesi, in casa della quale si trattavano l'armi, sorgendo finalmente dal suo canapè, dove avea giaciuto fin'allora tranquillissima spettatrice, s'incamminò lentamente verso i campioni. Allora (o virtù sovrumana della bellezza!) allora quel furibondo Caffariello in mezzo a' bollori dell'ira, sorpreso da una improvvisa tenerezza, le corse supplichevole all'incontro, le gettò il ferro a' piedi, le chiese perdono de' suoi trascorsi, le fe' generoso sacrificio delle sue vendette, e suggellò le replicate proteste d'ubbidienza, di rispetto e di sommissione con mille baci che impresse su quella mano arbitra de' suoi furori. Diè segni di perdono la ninfa: rinfoderò il poeta: ripreser fiato gli astanti, ed al lieto suono di strepitose risate si sciolse la tumultuosa assemblea. Nel far la rassegna de' morti e de' feriti non si è trovato che il povero copista con una contusione nella clavicola d'un piede, contratta nel voler dividere i combattenti da un calcio involontario del pegaseo di Migliavacca. Il seguente al fatto ne uscì la descrizione in un sonetto d'autore incognito: ieri fui assicurato che v'è la risposta del poeta belligerante. Spero d'aver l'una e l'altra prima di chiuder la lettera e farne parte a Vostra Eccellenza. Oggi gl'istrioni tedeschi rappresenteranno nel loro teatro questo strano accidente. Mi dicono che già a quest'ora ancor lontana dal mezzodì non si trovano più palchetti per denaro. Io voglio aver luogo fra gli spettatori, se dovessi farlo per arte magica. Confesso d'essere stato troppo diffuso; ma in materia così sdrucciolevole, come trattenersi alla metà del cammino? Compenserò la loquacità presente con la brevità futura.

La mia traduzione della Poetica d'Orazio mi creda che non è atta a divertire se non che noi altri pedanti. Una dama di buon gusto come Vostra Eccellenza non vi troverà che moltissime spine e pochi fiori: nulla di meno, se vuole assolutamente esercitar la sua pazienza, la farò trascrivere e la manderò con la condizione ch'ella offerisce, che non sia letta che in sua presenza, e che nessuno ne tragga copia.

La degnissima nostra signora contessa d'Althann mi commette di dirle mille tenerezze a suo nome: io la supplico in contraccambio di tener sempre presente al signor principe suo consorte il mio riverente ossequio, ed a credermi col solito invariabile rispetto di Vostra Eccellenza, cui supplico di leggere se vuole a chi le pare questa lettera, ma di non farne girar copie per evitar qualche seccaggine.

 

 




Precedente - Successivo

Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License