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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
La carissima vostra del mese di decembre scorso mi consola in gran parte fra le mie agitazioni per la nota commissione cavallina per la quale vado facendo tutto il possibile e non avrò certamente rimorsi d'omissione. Con tutti i miei calori non ho fin ora che nove cavalli: tanto è qui difficile unirne un numero benché non eccessivo Ma, dovendo esser di razze note e grandi, sempre succede così. Con i cavalli danesi e di Holstein la faccenda corre con più felicità. Ma non c'imbarchiamo in un trattato di cavalli. Ho ricevute le copie delle lettere per Genova e per Barcellona. Ne farò uso se la spedizione si farà per quella parte. Ma, se i periti credono assolutamente che l'imbarcar cavalli così grandi sia un volerli perdere, io gli farò marciar per la via più corta di terra, cioè a dire per Basilea e Baiona. Per ora i ghiacci e le nevi qui sono così eccessivi che, s'io avessi tutta la spedizione in punto, non crederei farla partire. Spero che mentre io la preparo le strade si renderanno più praticabili.
Ricevei la prima di cambio de' fiorini 3000 e ne avvertii il signor Ridolfi, con lettera del quale mi pervenne. Il signor Rezzani di Hamburgo ha subito commesso a questi signori Smitmer in Vienna di farmene il pagamento, e questi me l'hanno offerto ad ogni mia richiesta. Onde non vi agitate per la seconda di cambio, che non mi è più necessaria. Non ho ancora uomo che mi piaccia per far da comandante generale di questa spedizione. Compatisco i poveri sovrani, quando sono in necessità di scegliere una persona all'arbitrio della quale debbono confidar le loro ragioni, le loro forze e l'onore dell'armi loro. Caro gemello, credo che il mestiere di re, fuori di teatro, sia un difficile mestiere. Noi ne abbiamo fatti e rappresentati una quantità, ed il mondo ci ha reputati, voi per giustizia e me per fortuna, non cattivi pittori: ma quel mondo medesimo che ci ha tanto applauditi farebbe pure le pazze risate, se per un capriccio della fortuna fossimo esposti a dover fare per un sol giorno da vero quello che per tutta la nostra vita abbiamo francamente fatto da burla. Non dice poi tanto male il vostro amico Metastasio, quando dice nel suo Gioas:
l'alme Iddio conferma e regge,
che fra l'altre in terra elegge
Or vedete che maladetta connessione! parlando di cavalli, sono entrato nella morale. Compatitemi: è un salto da cavallo, ma voi ci avete colpa. Dopo la vostra commissione, io temo d'essere trasformato in uno di loro. Voi vedete come io penso; e se foste presente, chi sa che nell'osservare i miei passi non trovaste ch'io trotto galoppo e raddoppio come un ginetto di Spagna? Basta, se il mio timor fosse vero, non lasciate però d'amarmi: non sareste voi il primo galantuomo innamorato d'un cavallo. Alessandro sminuzzò un fiume reale per vendicar la morte del suo: un imperator romano ne fece console un altro: ed è impossibile che costì non vi siano, come per tutto, di questi animali che hanno il dono della parola e l'abilità di camminar su due piedi, e che con queste sole prerogative sono in commercio con gli uomini.
Tutti i foglietti son pieni della magnificenza reale con la quale avete prodotto il mio Demofoonte. In somma Madrid, mercé la vostra cura, ha occupato il primo luogo fra tutti i teatri d'Europa. Questo succede quando i principi hanno buon odorato per conoscere i poponi, e non comandano ai calzolari di far parrucche né ai parrucchieri di fare stivali. Tutto dunque il primato teatrale al quale è asceso il Manzanare è opera vostra, dopo quella de' primi mobili: e tutto quello che fa onore a voi solletica dolcemente la mia gemellina tenerezza.
Che cotesta generosa nazione giunga ad onorarmi col nome del gran poeta spagnuolo, potete imaginarvi se mi piace. Mi piacerebbe s'io fossi un eremita, biscottato ai rigori della Trappa: considerate a qual segno me ne compiaccio essendo un poeta che vive in Corte. Ma i venerati oracoli che pronuncia a mio vantaggio la prima stella di cotesto firmamento sono un premio così grande e così invidiabile de' poveri miei sudori, ch'io mi scordo della loro inefficacia a procurarmi qualche picciolo favore dalla mia nemica fortuna. Comincio a desiderare che venga voglia ad alcuno di scriver la mia vita, e vorrei che l'istorico senza tradir la verità dicesse sottosopra così: Che nel secolo del Settecento visse un abate Metastasio, poeta soffribile fra i cattivi, non brutto e non bello: più bisognoso che avaro: col bel sesso tenero, ma rispettoso: con gli amici fedele, ma inutile: provveduto di voglia di far bene, e nudo de' mezzi di farlo: perdé tutta la sua vita per istruir dilettando il genere umano; ma ebbe così avversa la fortuna che sin la rettitudine la pietà e la grandezza de' più giusti sovrani si lasciò sedurre a privarlo senza delitto della misera mercede di tanti e tanti suoi sfortunati sudori e dell'unico picciolo sostegno della sua vecchiezza: che a dispetto di tanta disgrazia morì superbo e contento perché una delle più grandi, delle più illuminate e delle più adorabili principesse della terra, fra tutti i poeti del secolo in cui visse, decise a favor di lui.
Per sollevarvi dalla noia della lunga lettera eccovi una canzonetta all'occasione della partenza di Nice. La troverete assai tenera, ma non mi fate il torto di credermi però innamorato. Voi sapete s'io son capace di tali debolezze. La musica è ordinaria, ed è mia: ma chi voglia cantarla con un poco d'espressione ci troverà quello che bisogna per persuadere una Nice. Il di più produrrebbe un applauso al musico, e minori vantaggi all'amante.
Il Jommelli è il miglior maestro ch'io conosca per le parole. Credetemi, io non ho parzialità. È vero il difetto delle repliche, ma è l'epidemia d'Italia, della quale si correggerà. Ha legati qualche volta i musici, ma non vi sono de' Farinelli all'arbitrio de' quali può ognuno abbandonarsi con sicurezza. Troverete in lui congiunte l'eccessiva abilità e la docilità senza eguale.
Una schiera di dame, di cui porta la bandiera la nostra degnissima contessa d'Althann, vogliono ch'io vi parli di loro, che vi dica che v'amano, a dispetto del gran danno che ci avete fatto di non poter soffrire i cattivi vostri imitatori. Ma la materia sarebbe lunga, ed a me resta a pena il tempo per dirvi ch'io sono il vostro costantissimo.