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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI Dl BELMONTE - NAPOLI
S'io non istessi ben su le mie, il venerato foglio di Vostra Eccellenza del 6 del cadente farebbe trionfare i miei flati ipocondriaci. L'ostinazione dell'incomodo suo catarro mi richiama a riflettere su la pertinacia de' miei cancherini. Questa riflessione mi fa osservare che sono esenti da queste gabelle dell'umanità tante persone che, non avendo altro merito, sarebbe ben fatto che avessero almen quello d'esser compatite. Questa osservazione m'invoglia ad esaminar la capricciosa (in apparenza) e sproporzionata distribuzione de' beni e de' mali. Questo esame m'impegna in uno spinoso ginepreto in cui m'affanno inutilmente a cercar la via d'accordare al raziocinio umano i decreti della Provvidenza. Questa inutile ricerca, invece d'introdurmi in un buon cammino, là mi presenta una montagna insormontabile; qua m'apre un orribile precipizio: or mi fa incontrar con una bestemmia, or mi fa urtare in una eresia, ond'io, stanco e confuso, mi spavento, dispero, e più ignorante di prima corro a salvarmi in Parnaso. Sì signora, la metafisica non fa per i melanconici: è assai miglior dottrina il non pretendere di sapere quello che non si può. Strappar da questa vita tutto il dolce che la buona morale non ci contende: mandar giù senza masticarlo tutto l'amaro che non si può evitare: servirsi per propria istruzione del passato, approfittarsi del presente, e sperar bene del futuro.
A tenore di queste comode regolette io spero che Vostra Eccellenza a quest'ora sarà perfettamente ristabilita, che i miei cancherini saranno più discreti di quello che sono oggi, e ch'io potrò venire a godere i frutti delle sue generose offerte in cotesto dolcissimo clima, dove mi prometto i più visibili vantaggi; non già da quelli ch'ella mi propone, ma dai bagni d'aria e di lingua italiana de' quali abbisognano i miei polmoni e le povere mie orecchie, maltrattati per tanti anni dalle asprezze di questo rigido clima e di questo irsuto idioma.
Penso alla Poetica: ma la mia testa altre volte sì compiacente è divenuta una bella capricciosa; e convien secondarla per non rompere affatto l'amicizia.
Il signor Perez esigge tutta la stima ch'ei merita dai professori dalla nobiltà e dalla Corte. Gli augustissimi padroni han voluto sentirlo, e si sono molto compiaciuti d'averlo voluto. Questi principii gli promettono una gloriosa spedizione, ed io lo desidero e l'aspetto.
Le approvazioni di Vostra Eccellenza alla mia lettera scrittale di Moravia su l'arrivo dell'inverno hanno invogliata la signora contessa d'Althann di vederla. Io non posso ubbidirla, se Vostra Eccellenza non ordina a qualche suo domestico di farmene una copia ed inviarmela la prima volta che mi onorerà di sue lettere.
Al degnissimo suo consorte ed all'illustre suo segretario mille ossequiose riverenze. Altrettante tenerezze al nostro Megacle. Attendo il suo giudizio sul mio Attilio, con quella sincerità che merita la costante divota osservanza di chi è sempre stato e sarà sempre.