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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID
Rispondo a due vostre lettere, le quali, benché scritte l'una dopo l'altra con la distanza d'un mese, essendo l'una del 18 ottobre e l'altra del 17 novembre, pure son giunte a me quasi nel tempo medesimo, non so se per soverchia pigrizia della prima, o per straordinaria diligenza della seconda. Comunque la cosa vada eccomi a darvi conto delle vostre commissioni.
In proposito del duetto vi dico che voi siete troppo compiacente a voler secondare tutti i capricci de' nostri cantori: io che non son di molte miglia così buono come voi siete, da che ho cominciato a scrivere poesia per musica ho chiusa e inchiodata, anzi murata la porta de' cambiamenti di parole. Si starebbe freschi se ogni grillo di una ninfa teatrale, d'un Adone boschereccio, o d'uno stitico maestro di cappella dovesse decidere del merito della poesia, e fare comporre le parti d'un edificio, come se fossero fatte a vite! Voi che vi trovate in questi malanni, ditemi se non vi par necessario di metter qualche freno all'enorme libertà di questa gente. Non crediate gemello amatissimo, che tutta questa predica sia poca voglia di lavorare o di compiacervi: per liberarvi da simile tentazione vi accludo il duetto cambiato non solo in una, ma in due maniere: non v'è cosa che non mi piaccia, quando piace al mio caro gemello: ma è bene di scuotere un poco la vostra soverchia bontà, affinché non sia sempre la vittima dell'incontentabilità degli stravaganti. Se vi avessero detto qual era la ragione che faccia desiderar mutazione nel duetto avrei procurato di adattarmi al desiderio altrui; ma così alla cieca conviene indovinare, ed io son ben mediocre poeta, ma niente affatto profeta. Nella seconda vostra lettera mi dite che ora non vogliono più duetto: fiat lux?, faccia lui, dice Arlecchino. Intanto il cielo vi dia pazienza. Benché a quel che vedo ne siete provveduto al par di Giobbe e di santo Ilarione.
Finalmente il nostro tanto amabile quanto degno monsignor Migazzi giunse già sono alcuni giorni in Vienna ed al primo incontro abbiam creduto di soffocarci a vicenda fra i nostri e gli abbracci di vostra commissione. Io ho fatto gran prova della sua pazienza esercitandola con le sollecite, numerose e minute richieste e della vostra salute, e del vostro tenor di vita, e della vostra amicizia per me, e della pubblica approvazione che avete saputo meritarvi: egli è giunto a dirmi che, consapevole della vostra eroica condotta in circostanze così seduttrici, non avrebbe difficoltà di canonizzarvi senza processo. Figuratevi se si può trovar musica più soave d'un tal discorso per le orecchie del vostro fedelissimo e tenero gemello. Il Ciel vi conservi e vi benedica, amen.
In questo momento vengono a dirmi che l'augustissima padrona si è sgravata felicemente d'un picciolo arciduca. Te Deum laudamus. Spero che la Provvidenza che ne ha visibilmente cura la farà sgravar con la stessa felicità dell'altra sua gravidanza. Il battesimo sarà alle ore 7 di questo dopo pranzo, e il nuovo pellegrino di questo mondo si nominerà Massimiliano. Questo si chiama esser consorte obbligante presentare al suo sposo un figlio maschio nel di lui giorno di nascita. Ma che cosa non fa ammirabilmente Maria Teresa la grande? Io scrivo all'armonia delle grida di gioia del popolo che già corre in folla verso la Corte. L'opera che si rappresenterà questa sera nel pubblico teatro avrà certamente applauso: che cosa potrebbe dispiacere in questo giorno? Il libro è il mio Re pastore, la musica è del Gluck maestro di cappella boemo, a cui la vivacità, lo strepito e la stravaganza ha servito di merito in più d'un teatro d'Europa appresso quelli ch'io compatisco, e che non fanno il minor numero de' viventi: e lode al Cielo qui non ne abbiamo penuria. La prima donna è la signora Caterina Gabrielli romana: giovane che non ha certamente l'eguale per l'eccellenza della voce, del gusto e dell'azione. (Avvertite per parentesi ch'io non ne son punto invaghito). 11 nostro monsieur Laugier, quando la prima volta l'intese, proruppe in espressioni inudite di compiacenza e di meraviglia, e non le fece grazia, ma pura giustizia. Il primo soprano è il signor Mazzanti, gran suonatore di violino in falsetto; non mancherà d'ammiratori, perché abbiamo palati per tutte le salse. Io quando sento cantare non son contento di stupir solamente, ma voglio che il cuore entri a parte de' profitti dell'orecchie. Ma questa è una scienza conceduta a pochi: e la natura non fa frequentemente lo sforzo di produr Farinelli. Gli altri cantanti della nostra opera figurateveli come vi piace per abbreviar la relazione.
Mi piace che stimiate il nostro degnissimo signor conte di Rosenberg: in questo articolo non ho fondamenti per osar d'emularlo: ma in quanto all'amore io pretendo di sostenere i miei diritti d'anzianità, e non intendo burle. Per poco che mi facciate infedeltà avrete addosso una satira in lode, nella quale avrà la sua parte il mio rivale. Nell'atto di riverirlo e abbracciarlo a mio nome, intonategli questa antifona.
Informerò Sua Eccellenza la signora marescialla Vasquez della vostra gentil prontezza in secondar le sue premure. Ella è la più discreta dama ch'io conosca, e non misura certamente dall'esito ciò che si fa per lei. Onde siate sicuro della sua gratitudine in qualunque evento.
Barbaro gemello! Voi mi vorreste gravido un'altra volta! Dopo tanti parti credete che non si perda la voglia di partorire? Contate per niente i dolori, le nausee della gravidanza, il timore di far qualche maledetto aborto? L'apprensione del grado e della penetrazione de' semidei per i quali si dee partorire? Io son così beneficato che non ho coraggio di ricusare: ma apprendo tanto l'impresa che non ardisco abbracciarla.
non lo ricuso ancor.
Addio, gemello adorabile. Io sono il vostro.