Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Pietro Metastasio
Lettere

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

CXIX

 

A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA

 

Vienna 7 novembre 1768.

 

Dalla mia risposta a quella vostra che mi annunziava misteriosamente «che costì v'era chi pensava a promovere distinte maniere d'onorarmi», dovevate aver compreso ch'io andava molto lungi dal segno nel figurarmi tutto quello che voi mi tacevate, ed in quella risposta generica avreste voi dovuto chiaramente intendere e quanto mi obbligava l'amorosa parzialità suggeritrice di tali idee, e quanto poco io mi sentiva disposto a secondarle. Or che voi mi parlate più chiaro, abbandonerò le cifre ancor io. Voi mi conoscete abbastanza per sapere ch'io non sono insensibile ai pubblici segni di approvazione, ma che le mire troppo ambiziose non sono mai state il mio vizio dominante. Se i poetici allori capitolini avessero oggidì quel valore che avevano all'età del panegirista di madonna Laura supererebbero i voti della mia vanità: ma ridotti al prezzo corrente non hanno allettamento che giunga a sedurre la dovuta mia moderazione. I segni d'onore invecchiano come i titoli. Quel messere o magnifico, che onorava alcuni secoli fa gli illustri capi delle repubbliche, offenderebbe oggidì un aiutante di camera. Della vecchiaia di cotesta nostra corona romana abbiam noi a' giorni nostri una prova incontrastabile. Il cavaliere Perfetti senese, poeta poco più che mediocre all'improvviso e di gran lunga meno al tavolino, la ricevé solennemente in Campidoglio l'anno XXV o XXVI del corrente secolo. Ma v'è ancor di peggio. Di qua dai monti cotesti lauri poetici sono oggetto di scherno. In un autor francese compilatore della vita del Tasso è trattata come funzione ridicola quella che si preparava negli ultimi della sua vita per coronarlo. Non sono ancor due anni che ha cessato di vivere in Vienna un libraio che serviva di precone agl'incanti dei libri, e che col merito di alcuni versacci latini, che andava di quando in quando schiccherando, avea ottenuto la laurea poetica, né trascurava mai di munire tutto ciò che stampava col titolo di poeta laureato. Tutto ciò non iscema d'un punto la mia vera gratitudine verso chi vorrebbe pure sollevarmi. Ed è vostro debito così lo spiegar questa mia eterna riconoscenza come le solide ragioni che obbligano a deporre affatto l'affettuoso, ma ineseguibile pensiero.

Vedrò volentieri gli Oratorii latini Lorenziniani; ma quando senza gran fastidio vi si presenti l'occasione di mandarli. Questa risponde alla vostra del 22 d'ottobre, ed io sono de more.

 

 




Precedente - Successivo

Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License