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Pietro Metastasio
Nitteti

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SCENA OTTAVA

 

Bubaste  e detti.

 

BUB.

Prence, ti chiede il re.

NITT.

(Tutto è perduto).

SAMM.

Giunse già Beroe al re?

BUB.

No; ma desia

Amasi di vederla. Io per cammino

In lei m’avvenni, e l’affrettai.

SAMM.

Che vuole

Il genitor da me?

BUB.

Nol so. Lasciai

D’Iside seco il sacerdote; e solo

Te condurgli m’impose. Andiam; ci attende:

Non l’irritiam.

NITT.

(a Sammete)

Deh, non esporti! Amico, (a Bubaste)

 

Salviam Sammete. Io quel cammin gli apersi;

Ei può, se non t’opponi...

SAMM.

Ah, d’agitarti

Per me cessa, o Nitteti. Al padre è forza

Ch’io mi presenti.

NITT.

Ed incontrar non temi

I paterni rigori?

SAMM.

Son finiti (ah, pur troppo!) i miei timori.

 

Decisa è la mia sorte;

Tutto cangiò d’aspetto:

Più non mi trovo in petto

speme, né timor.

La vita ormai, la morte,

Il trono e le ritorte

Indifferente oggetto

Divennero al mio cor. (parte con Bubaste)

 

 

 




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