- ATTO PRIMO
- Scena seconda - Megacle, Licida
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MEG. Megacle è teco.
LIC. Giusti dei!
MEG. Prence.
LIC. Amico.
Vieni, vieni al mio seno. Ecco
risorta
la mia speme cadente.
MEG. E sarà vero
che il Ciel m'offra una volta
la via d'esserti grato?
LIC. E pace e vita
tu puoi darmi, se vuoi.
MEG. Come?
LIC. Pugnando
nell'olimpico agone
per me, col nome mio.
MEG. Ma tu non sei
noto in Elide ancor?
LIC. No.
MEG. Quale oggetto
ha questa trama?
LIC. Il mio riposo. Oh Dio!
non perdiamo i momenti. Appunto è
l'ora
che de' rivali atleti
si raccolgono i nomi. Ah vola al
tempio;
dì che Licida sei. La tua venuta
inutile sarà, se più soggiorni.
Vanne. Tutto saprai quando
ritorni.
MEG. Superbo di me stesso
andrò portando in fronte
quel caro nome impresso,
come mi sta nel cor.
Dirà la Grecia poi
che fur comuni a noi
l'opre, i pensier, gli affetti,
e al fine i nomi ancor.
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