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Pietro Metastasio Olimpiade IntraText CT - Lettura del testo |
io non mi vidi mai. Tutto è in ruina,
raggiungerla, placarla... E chi trattiene
la principessa intanto? Il solo amico
potria... Ma dove andò? Si cerchi. Almeno
pur troppo il ver.
sì bei giorni troncò? Trovisi: io voglio
ch'esempio di vendetta altrui ne resti.
AMI. Principe, nol cercar: tu l'uccidesti.
AMI. Volesse
il Ciel ch'io delirassi. Odimi. In traccia
mentre or di te venìa, fra quelle piante
un gemito improvviso
sento: mi fermo: al suon mi volgo; e miro
prono già s'abbandona. Accorro. Al petto
con l'altra il ferro svio. Ma, quando al volto
pensa com'ei restò, com'io restai!
Dopo un breve stupore: «Ah qual follia
io volea dirgli. Ei mi prevenne: «Aminta,
ho vissuto abbastanza»,
sospirando mi disse
dal profondo del cor. «Senz'Aristea
non so viver, né voglio. Ah! son due lustri
che non vivo che in lei. Licida, oh Dio!
m'uccide, e non lo sa; ma non m'offende:
suo dono è questa vita; ei la riprende».
come partico stral. Vedi quel sasso,
signor, colà, che il sottoposto Alfeo
signoreggia ed adombra? Egli v'ascende
in men che non balena. In mezzo al fiume
si scaglia: io grido in van. L'onda percossa
balzò, s'aperse; in frettolosi giri
si riunì; l'ascose. Il colpo, i gridi
replicaron le sponde; e più nol vidi.
vadasi a ricercar. Da' mesti amici
questi a lui son dovuti ultimi uffici.