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Pietro Metastasio
Olimpiade

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Scena quattordicesima - Licida, Alcandro

 

LIC. Dove son! Che m'avvenne! Ah dunque il Cielo

tutte sopra il mio capo

rovesciò l'ire sue! Megacle, oh Dio!

Megacle, dove sei? Che fo nel mondo

senza di te! Rendetemi l'amico,

ingiustissimi dei! Voi mel toglieste,

lo rivoglio da voi. Se lo negate,

barbari, a' voti miei, dovunque ei sia

a viva forza il rapirò. Non temo

tutti i fulmini vostri: ho cor che basta

a ricalcar su l'orme

d'Ercole e di Tesèo le vie di morte.

ALC. Olà!

LIC. Del guado estremo...

ALC. Olà!

LIC. Chi sei

tu, che audace interrompi

le smanie mie?

ALC. Regio ministro io sono.

LIC. Che vuole il re?

ALC. Che in vergognoso esiglio

quindi lungi tu vada. Il sol cadente

se in Elide ti lascia,

sei reo di morte.

LIC. A me tal cenno?

ALC. Impara

a mentir nome, a violar la fede,

a deludere i re.

LIC. Come! Ed ardisci,

temerario...

ALC. Non più. Principe, è questo

mio dover; l'ho adempito: adempi il resto.

 




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