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Pietro Metastasio
Olimpiade

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Scena nona - Aristea, Clistene, Argene

 

ARI. Credimi, o padre,

è degna di pietà.

CLIST. Dunque volete

ch'io mi riduca a delirar con voi?

Parla; ma siano brevi i detti tuoi.

ARG. Parlino queste gemme,

io tacerò. Van di tai fregi adorne

in Elide le ninfe?

CLIST. Aimè, che miro!

Alcandro riconosci

questo monil?

ALC. Se il riconosco? È quello

che al collo avea, quando l'esposi all'onde,

il tuo figlio bambin.

CLIST. Licida (oh Dio!

tremo da capo a piè). Licida, sorgi,

guarda: è ver che costei

l'ebbe in dono da te?

LIC. Però non debbe

morir per me. Fu la promessa occulta,

non ebbe effetto; e col solenne rito

l'imeneo non si strinse.

CLIST. Io chiedo solo

se il dono è tuo.

LIC. Sì.

CLIST. Da qual man ti venne?

LIC. A me donollo Aminta.

CLIST. E questo Aminta

chi è?

LIC. Quello a cui diede

il genitor degli anni miei la cura.

CLIST. Dove sta?

LIC. Meco venne;

meco in Elide è giunto.

CLIST. Questo Aminta si cerchi.

ARG. Eccolo appunto.

 




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