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Pietro Metastasio Il re pastore IntraText CT - Lettura del testo |
Alessandro e detti.
AGEN. |
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(ad Aminta) |
Per qual cagione |
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AMIN. |
Perché ancor non impresse Su quella man, che lo solleva al regno, Del suo grato rispetto un bacio in pegno. Del mio benefattor... (vuole inginocchiarsi) |
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No; dell’amico Vieni alle braccia, e, di rispetto in vece, Rendigli amore. Esecutor son io Dei decreti del Ciel. Tu del contento, |
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AMIN. |
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Sarai buon re, se buon pastor sarai. Come l’antica; e, dell’antica al pari, Te la nuova amerà. Tua dolce cura Il ricercar per quella Ombre liete, erbe verdi, acque sincere Non fu fin or? Tua dolce cura or sia Di quest’altra cercar. Vegliar le notti, Il dì sudar per la diletta greggia, Esporti generoso in sua difesa, Forse è nuovo per te? Forse non sai Che atterrir con la verga? Ah! porta in trono, Porta il bel cor d’Aminta, e amici i numi, |
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AMIN. |
Ignoto e procelloso. Or, se tu parti, |
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Già questo dubbio solo Mi promette un gran re. Del mar che varchi Già lo scoglio peggior. Darne consiglio Spesso non vuol chi sa. Di fé, di zelo, Di valor, di virtù su gli occhi nostri Fa pompa ognun; ma sempre uguale al volto Ognun l’alma non ha. Sceglier fra tanti Chi sappia e voglia, è gran dottrina; e forse È la sola d’un re. Per mano altrui Ben di Marte e d’Astrea l’opre più belle Può un re compir; ma il penetrar gli oscuri Nascondigli d’un cor, distinguer chiara |
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AMIN. |
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Quei che sceglie a regnar. Nebbie d’affetti Se dal tuo cor tu sollevar non lasci |
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AMIN. |
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Quelle rustiche vesti, altre ne prendi, |
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AMIN. |
Se stesso onori, il donatore e il dono.
Prenda, o dèi, miglior sembianza, D’un sì degno agricoltor! Trasportata in colle aprico, |