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Pietro Metastasio
Ruggiero

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SCENA TERZA

 

Leone, poi Bradamante

 

LEO.

Ah, se d’un tal portento

Di valor, di beltà potrò vantarmi

D’esser io possessor; d’astrochiaro

Se illustrar l’Oriente

Fortunato io potrò; chi fra’ mortali

Felice al par di me?... Ma Bradamante

Quella non è? Sì, non m’inganno.

BRAD.

Oh stelle!

Ecco il Greco importuno.

Se n’eviti l’incontro. (in atto di ritirarsi)

LEO.

Ah! soffri almeno,

Bella nemica mia, soffri ch’io possa,

Pria che al tuo ferro il petto,

Offrire a te d’un fido cor l’omaggio.

BRAD.

Prence, questo è linguaggio

Da vincitor; prima d’usarlo è d’uopo

Nell’arringo prescritto

Di sé far prova ed acquistarne il dritto.

LEO.

Se a chi non è capace

Di resisterti in campo è sì gran fallo,

Adorabil guerriera, offrirti il core,

Chi mai reo non sarà? Dritto ha d’amarti

Sol chi ascolta il tuo nome; e a chi ti mira

Divien l’amor necessità.

BRAD.

Se forte

Sei tu quanto cortese,

Io comincio a tremar.

LEO.

Ah! so pur troppo

Che a Bradamante in petto

Un ignoto è il timor straniero affetto:

Ma so che un’alma grande

Ingrata esser non può.

BRAD.

Nol sono; e pronta

Eccomi a darne prova, ove tu vogli

Secondar le mie brame.

LEO.

Arbitra sei

Del mio voler: tutto farò.

BRAD.

L’impresa

Dunque abbandona, o prence.

LEO.

Io?

BRAD.

Sì.

LEO.

Crudele!

Così grata mi sei?

BRAD.

Grata non sono

Se contro te mi spiace

Trattar l’armi omicide, e se procuro

I tuoi rischi evitar?

LEO.

Fra i rischi miei

Il perderti è il maggior.

BRAD.

(con dolcezza)

Deh, s’egli è vero

 

Che in tal pregio io ti sono, e che disporre

Del tuo voler poss’io, lasciami, o prence,

Lasciami in pace. A gara

A te d’Asia e d’Europa offre ogni trono

Spose di te ben degne.

LEO.

Ah no; perdono:

Il sol tuo cenno è questo

Ch’io non posso eseguir.

BRAD.

(con sdegno)

No? Forse in campo

 

Meglio saprò persuaderti armata.

Vieni al cimento: e non chiamarmi ingrata.

 

LEO.

Quell’ira istessa che in te favella

Divienbella nel tuo rigore,

Che più d’amore languir mi fa.

Ah, s’è a tal segno bello il tuo sdegno,

Che mai sarebbe la tua pietà? (parte)

 

 

 




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