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Pietro Metastasio
Ruggiero

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SCENA SESTA

 

Ruggiero  e Clotilde

 

RUGG.

In odio al mio bel nume

No, viver non poss’io. Seguirla io voglio:

Voglio almeno al suo piè...

CLOT.

Gl’impeti primi

D’un irritato amore

Non affrettarti a trattener. Se stesso

Indebolisce il fiume, il suo furore

Se sfoga in libertà.

RUGG.

Ma intanto, oh Dio!

Ella freme, s’affanna

E mi crede infedele.

CLOT.

Io le tempeste

Di quell’alma agitata

Tenterò di calmar.

RUGG.

Sì, principessa,

Pietà di lei, pietà di me. Procura

Di raddolcir l’affanno suo: t’adopra

A placarla con me. Dille ch’io l’amo,

Che sarà, che fu sempre

L’unico mio pensier: spiegale il mio

Lagrimevole stato in cui mi vedi:

Dille...

CLOT.

Non più: tutto dirò; t’accheta,

Fidati a me.

RUGG.

Del tuo bel cor mi fido,

Ma poco è quel ch’io spero:

Quello sdegno è sì fiero...

CLOT.

Ah, quello sdegno,

Ben più che di pietà, d’invidia è degno!

 

Lo sdegno, ancor che fiero,

Sempre non è periglio:

Quando d’amore è figlio

Ei riproduce amor.

Mai dal furor del vento

Un grande incendio è vinto:

Spesso ti sembra estinto

Quando si fa maggior. (parte)

 

 

 




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