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Pietro Metastasio
Ruggiero

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SCENA QUINTA

 

Clotilde e Ruggiero

 

CLOT.

Oh degno, oh grande eroe! Chi mai capace

D’imitarti sarà? Virtùbella

Mi sforza ad ammirarti in mezzo al pianto.

RUGG.

Non ammirarmi tanto,

Generosa Clotilde: or non son degno

Che di pietà. Per sostenere, oh Dio!

Quella di Bradamante, intorno al core

Tutta adunai la mia virtù; ma questa,

Qual face in sul morir, quando ne’ suoi

Ultimi sforzi ogni vigor restrinse,

Per l’altrui ravvivar, se stessa estinse.

CLOT.

No, non è ver: tanto da te diverso

Divenir tu non puoi.

RUGG.

Del mio destino

Tutto or veggo l’orror: forza non trovo

In me per sostenerlo; e fra’ viventi

Più soffrirmi non so.

CLOT.

Che dici! Ah, scaccia

nere idee. Lunga stagione è giusto

Che tal vita si serbi e si risparmi.

RUGG.

Serbarmi in vita! E a chi degg’io serbarmi?

 

Ho perduto il mio tesoro,

Ogni speme ho già smarrita:

Odio il giorno, odio la vita,

Più non splende il sol per me.

M’ha rapito il fato avaro

Quanto al mondo a me fu caro:

Mi lasciò colei che adoro,

Altro ben per me non v’è. (parte)

 

 

 




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