DEID.
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Achille, ah! dove vai? Fermati, Achille!
(Achille si rivolge, vede
Deidamia, e s'arrestano entrambi guardandosi attentamente senza parlare)
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ULI.
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(Or sì ch'io mi sgomento!) (avendo lasciato Achille)
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ARC.
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(E la gloria e l'amore ecco a cimento).
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DEID.
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Barbaro! è dunque vero? (con passione, ma senza
sdegno)
Dunque lasciar mi vuoi?
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ULI.
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(piano ad Achille)
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(Se a lei rispondi,
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Sei vinto).
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ACH.
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(ad Ulisse) (Tacerò).
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DEID.
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Questa, o crudele,
Questa bella mercede
Serbavi a tanto amore? Alma sì atroce
Celò quel dolce aspetto? Andate adesso,
Credule amanti! alle promesse altrui
Date pur fé! Quel traditor poc'anzi
Mi giurava costanza: in un momento
Tutto pose in oblio;
Parte, mi lascia, e senza dirmi addio.
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ACH.
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Ah!
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ARC.
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(Non resiste).
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DEID.
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E qual cagion ti rese
Mio nemico in un punto? Io che ti feci?
Misera me! di qual delitto è pena
Quest'odio tuo?
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ACH.
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No, principessa...
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ULI.
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Achille!
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ACH.
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Due soli accenti. (ad Ulisse)
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ULI.
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(Aimè!)
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ACH.
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No,
principessa,
Non son, qual tu mi chiami,
Traditore o nemico. Eterna fede
Giurai: la serberò. Legge d'onore
Mi toglie a te; ma tornerò più degno
De'cari affetti tuoi. S'io parto e taccio,
Odio non è né sdegno,
Ma timore e pietà: pietà del tuo
Troppo vivo dolor; tema del mio
Valor poco sicuro. Uno previdi;
Non mi fidai dell'altro. Io so che m'ami,
Cara, più di te stessa; io sento...
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ULI.
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Achille!
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ACH.
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Eccomi!
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ARC.
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(E pur non viene).
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ACH.
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Io sento in petto...
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DEID.
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Non più: troppo, lo veggo,
Troppo trascorsi. Al grande amor perdona
I miei trasporti. È ver: se stesso Achille
Deve alla Grecia, al mondo
Ed alle glorie sue. Va; non pretendo
D'interromperne il corso: avrai seguaci
Gli affetti, i voti miei. Ma, già ch'io deggio
Restar senza di te, sia meno atroce,
Sia men sùbito il colpo. Abbia la mia
Vacillante virtù tempo a raccorre
Le forze sue. Chiedo un sol giorno; e poi
Vattene in pace. Ah! non si niega a' rei
Tanto spazio a morir; temer degg'io
Ch'abbia a negarsi a me?
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ARC.
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(Se un giorno ottiene,
Tutto otterrà).
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DEID.
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Pensi? non parli? e fisse
Tieni le luci al suol?
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ACH.
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Che dici, Ulisse? (ad
Ulisse, quasi con timore)
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ULI.
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Che, signor di te stesso,
Puoi partir, puoi restar; che a me non lice
Premer più questo suolo;
Che a venir ti risolva, o parto solo.
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ACH.
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(Che angustia!)
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DEID.
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ACH.
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Io resterei,
Ma...
udisti?
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ULI.
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E ben, risolvi.
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ACH.
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Io verrei teco,
Ma... vedi? (accennandogli Deidamia)
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DEID.
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Eh! già comprendo:
Già di partir scegliesti.
Va, ingrato! Addio! (mostrando partire)
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ACH.
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(seguendola)
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Ferma, Deidamia!
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ULI.
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Intendo:
Hai la dimora eletta.
Resta, imbelle! io ti lascio. (mostrando partire)
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ACH.
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Ulisse, aspetta!
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DEID.
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Che vuoi?
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ULI.
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Che brami?
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ACH.
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A compiacerti... (a
Deidamia, poi da sé) (Oh stelle!
È debolezza). (ad Ulisse) A seguitarti (Oh numi!
È crudeltà). Sì, ma la gloria esige...
No, l'amor mio non soffre... Oh gloria! oh amore!
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ARC.
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(È dubbio ancor chi vincerà quel core).
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DEID.
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E ben, giacché ti costa
Sì picciola pietà pena sì grande,
Più non la chiedo. Or da te voglio un dono
Che è più degno di te. Parti; ma prima
Quel glorioso acciaro
Immergi in questo sen. L'opra pietosa
Giova ad entrambi. Ad avvezzarti, Achille,
Tu cominci alle stragi; io fuggo almeno
Un più lungo morir. Tu lieto vai
Senza aver chi t'arresti; io son contenta
Che quella destra amata,
Arbitra di mia sorte
Se vita mi niegò, mi dia la morte. (piange)
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ARC.
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(Io cederei).
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DEID.
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L'ultimo dono...
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ACH.
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Ah! taci;
Ah! non pianger, mia vita. Ulisse, ormai
L'opporsi è tirannia.
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ULI.
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Lo veggo.
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ACH.
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Al fine
Non chiede che un sol giorno. Un giorno solo
Ben puoi donarmi.
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ULI.
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Oh! questo no. Men vado
D'Achille a' duci argivi
Le glorie a raccontar. Da me sapranno
Qual nobile sudor le macchie indegne
Lavi del nome suo; quai scuse illustri
Fa degli ozi di Sciro
Già la tua spada; e di qual serie augusta
Va per te di trofei la fama onusta.
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ACH.
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Ma valor non si perde...
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ULI.
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Eh! di valore
Più non parlar. Spoglia quell'armi; a Pirra
Non sarian che d'impaccio. (ai detti mordaci di
Ulisse, Achille si turba, s'accende e sdegnasi per gradi)
Olà! rendete
La gonna al nostro eroe. Riposi ormai,
Ché sotto l'elmo ha già sudato assai.
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ARC.
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(Vuol destarlo, e lo punge).
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ACH.
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Io Pirra! Oh dèi!
La gonna a me! (ad Ulisse)
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ULI.
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No? D'animo virile
Desti gran prova in ver. Non sei capace
Di vincere un affetto.
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ACH.
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Ah! meglio impara
A conoscere Achille. Andiam! (risoluto)
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DEID.
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Mi lasci?
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ACH.
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Sì!
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DEID.
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Come!
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ACH.
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All'onor mio
È funesto il restar; Deidamia, addio.
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(Achille
parte risoluto ed ascende il ponte della nave, dove poi s'arresta. Ulisse ed
Arcade il van seguendo: Deidamia rimane alcun tempo immobile)
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ARC.
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(Sentì lo sprone).
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ULI.
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(E pur non son sicuro).
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DEID.
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Ah, perfido! ah, spergiuro!
Barbaro! traditor! Parti? E son questi
Gli ultimi tuoi congedi? Ove s'intese
Tirannia più crudel? Va, scellerato!
Va pur, fuggi da me: l'ira de' numi
Non fuggirai. Se v'è giustizia in cielo,
Se v'è pietà, congiureranno a gara
Tutti, tutti a punirti. Ombra seguace,
Presente ovunque sei,
Vedrò le mie vendette. Io già le godo
Immaginando; i fulmini ti veggo
Già balenar d'intorno...! Ah! no, fermate,
Vindici dèi. Di tanto error se alcuno
Forza è che paghi il fio,
Risparmiate quel cor; ferite il mio.
S'egli ha un'alma sì fiera,
S'ei non è più qual era, io son qual fui:
Per lui vivea; voglio morir per lui. (sviene sopra un
sasso)
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ACH.
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Lasciami! (ad Ulisse)
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ULI.
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Dove corri?
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ACH.
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A Deidamia in aiuto.
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ULI.
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Ah! dunque...
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ACH.
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E speri
Ch'io l'abbandoni in questo stato?
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ULI.
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È questa
Di valore una prova.
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ACH.
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Prove di crudeltà, non di valore.
Scostati, Ulisse! (si fa strada con impeto e corre a
Deidamia)
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ARC.
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(Ha trionfato Amore).
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ACH.
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Principessa! ben mio! sentimi! Oh numi!
L'infelice non ode. Apri le luci,
Guardami: Achille è teco.
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ULI.
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Arcade, il tempo
Di sperar più vittoria ora non parmi.
Cediamo il campo: adopreremo altr'armi. (parte con
Arcade, non veduto da Achille)
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