IRC.

Ah, non si perda un solo istante. Oh, come

Delusi rimarranno,

Se m’arride il destino,

E Scitalce e Mirteo, Tamiri e Nino! (in atto di partire)

TAM.

Che si fa? che si pensa? Ancor non turba

Il valoroso Ircano,

Né pur con la minaccia, i sonni al reo?

IRC.

Hai difensor più degno: ecco Mirteo. (partendo, addita ironicamente Mirteo che giunge)

TAM.

Mirteo, son vendicata?

È punito Scitalce?

MIR.

Egli di Nino

È prigionier: come assalirlo?

TAM.

E Nino

Perché l’imprigionò?

MIR.

Perché ti offese

Nella sua reggia; e vuole

Della sorte del reo

Che decida Tamiri.

TAM.

Addio, Mirteo. (in atto di partire in fretta)

MIR.

Dove?

TAM.

A Nino. (come sopra)

MIR.

Ah, sì presto,

Tiranna, m’abbandoni?

TAM.

(impaziente)

(Aimè!)

MIR.

Lo veggo,

Nacqui infelice.

TAM.

(come sopra)

(Oh che importuno!)

MIR.

Ascolta.

Non ho pace per te; de’ miei sospiri

Tu sei l’unico oggetto...

TAM.

Mirteo, cangia favella o cangia affetto.

Io tollerar non posso

Un querulo amator, che mi tormenti

Con assidui lamenti,

Che mai pago non sia, che sempre innanzi

Mesto mi venga, e che, tacendo ancora,

Con la fronte turbata

Mi rimproveri ognor ch’io sono ingrata.

L’eterne tue querele

Soffribili non sono:

Odiami, ti perdono,

Se amar mi vuoi così.

Co’ pianti dell’aurora

Cominciano i tuoi pianti;

Né son finiti ancora

Quando tramonta il dì. (parte)