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Pietro Metastasio Siroe IntraText CT - Lettura del testo |
SIR. |
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EMI. |
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SIR. |
Nessun ci ascolta, e solo A me nota qui sei. |
EMI. |
Io già l’intesi; e intanto Stupido e lento in un letargo indegno? Quasi inerme fanciullo armi non trova, |
SIR. |
Che posso far? |
EMI. |
Che puoi? Tutto potresti. A tuo favor di sdegno |
SIR. |
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EMI. |
Necessario per noi. Sai qual io sia? |
SIR. |
L’indica principessa, Emira sei. |
EMI. |
Ma quella io sono, a cui da Cosroe istesso Asbite, il genitor, fu già svenato; Ma son quella infelice Che sotto ignoto ciel, priva del regno, |
SIR. |
Nella reggia t’avanzi, e giungi a tanto Che di Cosroe il favor tutto possiedi; Puoi rammentarti e la vendetta e l’ira? |
EMI. |
Ama Idaspe il tiranno, e non Emira. Ch’io voglio la sua morte. |
SIR. |
Ed io potrei E coll’orror d’un parricidio in volto? |
EMI. |
Ed io potrei, spergiura, Veder del padre mio l’ombra negletta, Girarmi intorno e domandar vendetta; E fra le piume intanto |
SIR. |
Dunque... |
EMI. |
Dunque, se vuoi |
SIR. |
Non lo sperar giammai. |
EMI. |
È già pronto altro braccio. In questo giorno Compir l’opra si deve, e sono io stessa Premio della vendetta. Il colpo altrui |
SIR. |
Ah, non son questi, o cara, |
EMI. |
Fin che Cosroe fu padre; or ch’è tiranno, |
SIR. |
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EMI. |
Assai |
SIR. |
Non t’amo? |
EMI. |
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SIR. |
Soffro costei |