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Pietro Metastasio
Siroe

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Cosroe, Emira, Medarse e Laodice

 

COS.

Olà! s’osservi il prence. (alle guardie verso la scena)

EMI.

Alla tua cura

Io veglierò.

MED.

Quand’hai tant’alme fide,

Paventi un traditor?

LAOD.

Troppo t’affanni.

COS.

Chi sa qual sia fedele, e qual m’inganni?

EMI.

E puoi temer di me?

COS.

No, caro Idaspe.

Anzi tutta confido

Al tuo bel cor la sicurezza mia.

Scopri l’indegna trama,

Ed in Cosroe difendi un re che t’ama.

EMI.

Ad anima più fida

Commetter non potevi il tuo riposo.

Del mio dover geloso, il sangue istesso

Io verserò, signor, quando non basti

Tutta l’opra e il consiglio.

COS.

Trovo un amico allor che perdo un figlio.

 

Dal torrente, che ruina

Per la gelida pendice,

Sia riparo a un infelice

La tua bella fedeltà.

Il periglio s’avvicina;

A fuggirlo è incerto il piede:

Se gli manca la tua fede,

Altra scorta un re non ha. (parte)

 

 

 




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