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Pietro Metastasio
Siroe

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SCENA TERZA

 

Cosroe e poi Emira

 

COS.

Vediam fin dove giunge

Del mio destino il barbaro rigore:

Tutto soffrir saprò...

EMI.

Rendi, o signore,

Libero il prence al popolo sdegnato.

Minaccia in ogni lato

Cofremiti confusi

La plebe insana; e s’ode in un momento

Di Siroe il nome in cento bocche e cento.

COS.

Tanto crebbe il tumulto?

EMI.

Ogni alma vile

Divien superba. In mille destre e mille

Splendono i nudi acciari, e fuor dell’uso

I tardi vecchi, i timidi fanciulli,

Fatti arditi e veloci,

Somministrano l’armi ai più feroci.

COS.

Se ancor pochi momenti

L’impeto si sospende, io più nol temo.

EMI.

Perché?

COS.

Già il fido Arasse

Corse a svenar per mio comando il figlio.

EMI.

E potesti così... Rivoca, oh Dio!

La sentenza funesta:

Nunzio n’andrò di tua pietade io stesso...

Porgimi il regio impronto.

COS.

In van lo chiedi:

La sua morte mi giova.

EMI.

Ah Cosroe, e come

Così da te diverso? E dove or sono

Tante virtù, già tue compagne al trono?

Che mai dirà la Persia?

Il mondo che dirà? Fosti fin ora

Amor de’ tuoi vassalli,

Terror de’ tuoi nemici;

L’armi tue vincitrici,

Colà sul ricco Gange,

Colà del Nilo in su le foci estreme,

E l’Indo e l’Etiòpe ammira e teme.

Quanto perdi in un punto! Ah, se ti scordi

Le leggi di natura,

Un fatto sol tutti i tuoi pregi oscura.

Deh con miglior consiglio...

COS.

Ma Siroe è un traditor.

EMI.

Ma Siroe è figlio;

Figlio che, di te degno,

Dalle paterne imprese

L’arte di trionfarbene apprese,

Che fu, bambino ancora,

La delizia di Cosroe e la speranza.

So che, a pugnar qualora

Partisti armato o vincitor tornasti,

Gli ultimi e i primi baci erano i suoi;

Ed ei lieto e sicuro

Al tuo collo stendea la mano imbelle,

Né il sanguinoso lume

Temea dell’elmo o le tremanti piume.

COS.

Che mi rammenti!

EMI.

Ed or quel figlio istesso,

Quello s’uccide: e chi l’uccide? Il padre.

COS.

Oh Dio! più non resisto.

EMI.

Ah se alcun premio

Merita la mia , Siroe non mora.

Vado? Risolvi. Or ora

Trattener non potrai la sua ferita.

COS.

Prendi, vola a salvarlo. (gli l’impronto regio)

EMI.

(Io torno in vita).

 

 

 




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