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Pietro Metastasio
Temistocle

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SCENA SECONDA

 

Aspasia, Sebaste, e Temistocle in disparte.

 

TEMIS.

(Uom d’alto affare, al portamento, al volto

Quegli mi par: sarà men rozzo. A lui

Chieder potrò... Ma una donzella è seco,

E par greca alle vesti).

ASP.

(a Sebaste)

Odi.

SEB.

(in atto di partire)

Non posso,

 

Bella Aspasia, arrestarmi:

M’attende il re.

ASP.

Solo un momento. È vero

Questo barbaro editto?

SEB.

È ver. Chi a Serse

Temistocle conduce estinto o vivo,

Grandi premi otterrà. (incamminato per partire)

ASP.

(Padre infelice!)

TEMIS.

Signor, dimmi, se lice (incontrando Sebaste)

Tanto saper: può del gran Serse al piede

Ciascuno andar? Quando è permesso, e dove?

ASP.

(Come il padre avvertir?)

SEB.

(a Temistocle con disprezzo) Chiedilo altrove.

TEMIS.

Se forse errai, cortese

M’avverti dell’error. Stranier son io

E de’ costumi ignaro.

SEB.

Aspasia, addio. (dopo aver guardato Temistocle come sopra, parte)

 

 

 




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