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Pietro Metastasio Temistocle IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA PRIMA
Camere in cui Temistocle è ristretto.
Temistocle e poi Sebaste
Oh patria, oh Atene, oh tenerezza, oh nome Per me fatal! Dolce fin or mi parve Il mio sangue per te. Soffersi in pace Gli sdegni tuoi; peregrinai tranquillo Fra le miserie mie di lido in lido: Ma, per esserti fido, Vedermi astretto a comparire ingrato, Che, oltraggiato e potente, Le offese oblia, mi stringe al sen, mi onora, Mi fida il suo poter; perdona, Atene, Soffrir nol so. De’ miei pensieri il nume Sempre sarai, come fin or lo fosti; |
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SEB. |
A te Serse m’invia: come scegliesti, Senz’altro indugio, ei vuol saper. Ti brama Pentito dell’error; lo spera; e dice Che non può figurarsi a questo segno Un Temistocle ingrato. |
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Ah! no, tal non son io; lo sanno i numi, Che mi veggono il cor: così potesse Vederlo anche il mio re. Guidami, amico, Guidami a lui... |
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SEB. |
Non è permesso. O vieni |
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Né ad altro Prezzo ottener si può che mi rivegga Il mio benefattor? |
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SEB. |
No. Giura, e sei Del re l’amor. Ma, se ricusi, io tremo Pensando alla tua sorte. In questo, il sai, Implacabile è Serse. |
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(Ah, dunque io deggio Farmi ribelle, o tollerar l’infame Taccia d’ingrato! E non potrò scusarmi |
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SEB. |
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(risoluto) |
(Eh! usciam da questo |
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Laberinto funesto, e degno il modo Di Temistocle sia). Va: si prepari L’ara, il licor, la sacra tazza e quanto È necessario al giuramento. Ho scelto: Verrò. |
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SEB. |
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SEB. |
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SEB. |