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Pietro Metastasio Il trionfo di Clelia IntraText CT - Lettura del testo |
CLEL. |
Vedesti, o principessa, Giammai più rea temerità? Nemico Qui presentarsi a me! parlar d’affetti Alla sposa d’Orazio! a me la destra Offrir promessa a te! Ma come, oh Dio! Il tuo gran genitor, ch’è de’ monarchi E l’esempio e l’onore, arma e sostiene Tanta malvagità? Come (ah perdona La libertà di chi t’ammira e t’ama!) |
LAR. |
Clelia, ah! non più; tu mi trafiggi il core. Io dell’amor paterno, io d’un reale Magnanimo riguardo, io sono, amica, Porsenna è padre e re. Re, de’ regnanti |
CLEL. |
Con un Tarquinio! |
LAR. |
Suo carattere al padre! Al padre in faccia Si trasforma il fallace, e il volto a’ suoi Ubbidisce così, che su quel volto La colpa è merto, il tradimento è fede. |
CLEL. |
È ver; ma intanto La mia Roma è in periglio. Ancor lo sposo Per lei qui nulla ottiene: ostaggio io sono In un campo stranier; cinta mi trovo Dall’insidie d’un empio; e san gli dèi Non potrebbe un Tarquinio... Ah! non ignori Orazio i rischi miei: scambievol cura |
LAR. |
T’arresta. Se cerchi Orazio, io so che a te fra poco Qui dee venir. Seco ragiona; a lui Confida i tuoi timori: in due diviso Ogni tormento è più leggero. Oh Dio, Così potessi anch’io Tutto il mio core! |
CLEL. |
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LAR. |
Il labbro Ah, fu del mio segreto Negligente custode! Amo, e severa La legge del dover: legge tiranna!
È impossibile dover! |