Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Pietro Metastasio Il trionfo di Clelia IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUINTA
Clelia furibonda, e detti.
Fra qual gente, o Porsenna, ove son io? Son fra’ Toscani o fra gli Sciti? È noto Il sacro delle genti Comun dritto fra voi? Fra voi l’inganno Gloria o viltà si crede? V’è idea fra voi d’umanità, di fede? |
|
Qual fantasma improvviso T’agita, o Clelia? Onde quell’ira? |
|
E come Tranquilla spettatrice Soffrir degg’io che, d’una tregua ad onta, Che, me pegno fra voi, Roma si vegga Empiamente assalita? E non è reo Di nero tradimento Chi macchinò tal frode? |
|
È reo d’ingiusta Temerità chi noi Può crederne capaci. |
|
Assai parlan gli effetti. |
|
E gli occhi tuoi Testimoni ne son? |
|
No; ma pur troppo All’orecchio mi giunse. |
|
E su la fede D’un incerto romor tu noi condanni? |
|
È l’avviso... |
|
È fallace. |
|
Il tuo duce... |
|
Io conosco. |
|
E pur... |
|
Clelia, ah non più! Per ora al troppo Credulo sesso, al giovanile ardore, Della patria all’amore, Bello ancor quando eccede, i tuoi perdono Mal consigliati impetuosi detti; Ma in avvenir rifletti Che ad altri ancor la propria gloria è cara, E a giudicar con più lentezza impara.
Sol del Tebro in su la sponda Non germoglia un bell’orgoglio; D’alme grandi al Campidoglio Sol cortese il Ciel non fu. Altre piagge il sol feconda; V’è chi altrove il giusto onora; Scalda i petti altrove ancora Qualche raggio di virtù. (parte) |