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Pietro Metastasio
Il trionfo di Clelia

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SCENA OTTAVA

 

Larissa  e Mannio

 

LAR.

Seguila, o prence.

MAN.

Oh Dio,

E mi scacci così? Ma qual mio fallo

Sì odioso a te mi rende?

LAR.

La pietà che ho di Clelia,

Odio per te non è.

MAN.

Ma è più crudele

L’indifferenza tua.

LAR.

Non è... T’affretta;

Clelia è già lungi.

MAN.

Ah! che pur troppo intendo

L’infelice mio stato.

LAR.

(E pur s’inganna).

Come! ancor non partisti?

MAN.

(partendo)

Addio, tiranna.

LAR.

Senti.

MAN.

Che vuoi?

LAR.

(Mi fa pietà. Comprenda

Almen che entrambi, oh Dio! siamo infelici,

Ch’io l’amo... Ah, non sia ver!)

MAN.

Parla; che dici?

 

LAR.

Dico che ingiusto sei,

E che del par m’affanni,

Se d’odio mi condanni,

Se chiedi amor da me.

Me condannar non déi,

Giacché ignorar non puoi

Che degli affetti suoi

Arbitro alcun non è. (parte)

 

 

 




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