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Pietro Metastasio Il trionfo di Clelia IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA UNDICESIMA
Tarquinio e detto.
Mentre Orazio si trattiene a dar gli ordini pel taglio del ponte, e che si veggono venire soldati e guastatori con faci ed istromenti per eseguirlo, escono sull’innanzi dalla sinistra i Toscani fuggitivi seguìti da Tarquinio che con spada alla mano gli arresta dicendo
Dove, o codardi? Ah, chi vi fuga almeno Volgetevi a mirar. Colà del vostro Vergognoso spavento (accennando Orazio) Vedete la cagion. Macchia sì nera Deh a cancellar tornate! Ah, non pervenga Ai secoli remoti Tale infamia di voi. Non si rammenti Un dì, per vostro scorno, Che fu da un ferro solo Un esercito intero oggi respinto, Che un sol roman tutta l’Etruria ha vinto. (preceduti da Tarquinio corrono i Toscani a rinnovar l’assalto rientrando per la sinistra. Intanto avendo già le fiamme cominciato ad impadronirsi della parte opposta del ponte, si veggono alcuni Romani sollecitare Orazio a mettersi in sicuro, a’ quali risponde). |
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No, compagni, io non voglio Il passo abbandonar. Fin che non sia Questo varco interrotto, in me ritrovi Un argine il Toscano. Alle mie spalle Franchi il ponte abbattete. Non vi trattenga il mio periglio. Abbiate Cura di Roma, e non di me. Del Cielo Io col favore antico Saprò... L’opra s’affretti: ecco il nemico (Orazio va ad incontrare i Toscani a mezzo il ponte, e si trattiene combattendo. Intanto crescono e s’impadroniscono le fiamme di quella parte del medesimo che appoggia sulla sponda romana, la quale cedendo finalmente alla violenza del fuoco, a’ colpi ed agli urti de’ numerosi guastatori, stride, vacilla e ruina. Spaventati i Toscani dal terribile fragore della caduta, precipitosamente fuggendo lasciano vuoto il ponte, e su la parte intera di quello di vede Orazio rimanere intrepido e solo). |