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Pietro Metastasio
Il trionfo di Clelia

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SCENA SETTIMA

 

Reggia illuminata in tempo di notte

 

Porsenna  con accompagnamento di nobili toscani, insi Tarquinio.

 

POR.

Olà; venga, e s’ascolti

Il romano orator. Ma perché mai (parte un nobile toscano)

Limpido il core in fronte

Non si legge a ciascun? Sempre trovarsi

Cinto d’inganni, ignorar sempre i veri

Interni altrui pensieri, ah questa pena

Contamina, avvelena

Il maggior ben, per cui dolce è la vita!

Questa...

TARQ.

Oh strana, oh inudita

Temerità!

POR.

Che avvenne?

TARQ.

Immaginarti

Non puoi, signor, qual oratore ardisca

Chiedere a te l’ingresso.

POR.

Chi è mai?

TARQ.

Nol crederesti; è Orazio istesso.

POR.

Orazio! E ben, l’ottenga.

TARQ.

Ah! soffriresti

Che reo d’infedeltà...

POR.

Sì. Non comune

Spettacolo sarà, credimi, o prence,

Ammirarne il contegno,

Veder sino a qual segno

Arrivi un’alma a mascherarsi, e a quanto

Fidar l’altrui si possa audacia estrema.

TARQ.

(Ecco un nuovo periglio: il cor mi trema).

 

 

 




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