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Pietro Metastasio Il trionfo di Clelia IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA OTTAVA
Orazio con séguito, e detti.
Del pacifico patto Violato da voi, Porsenna, io vengo A dimandar ragione. Al re toscano Roma or qui parlerà sul labbro mio. Se tu, che nol cred’io, Fosti dell’opra ingiusta autore o guida, La guerra a rinnovar Roma ti sfida. S’altri mancò di fede, Il reo, qualunque sia, Roma ti chiede. |
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(Oimè!) |
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Questo linguaggio Strano, Orazio, è per me. Da voi difese, Non accuse aspettai. Che vuol quel fasto? È insania, arte o disprezzo? Ah non sperate Ch’io soffra ognor deluso Questo di mia clemenza ingrato abuso! |
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(Che sarà!) |
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Noi difese! Chi fallì, si difenda; La meritata attenda Ira del Ciel vendicatrice, e tremi... |
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Gli dèi non insultar: fur già da voi Vilipesi abbastanza. |
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Quando? |
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Quando a dispetto Della giurata fede Veniste ad assalirne. |
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Ad assalirvi! Chi? |
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Voi. |
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Noi di traditi Diveniam traditori? |
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Eh, qui non giova Simular meraviglia. A me sul ponte, Di’, non t’offristi armato? A che furtivo Passar su l’altra sponda? |
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Ai vostri oppormi Rei disegni io dovea. |
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Chi di codesti Disegni immaginati Il delator fu mai? |
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De’ tradimenti Un’anima nemica. È fausto in Cielo Qualche nume al mio zelo. |
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Ogni malvagio Per solenne costume Sempre ha de’ falli suoi complice un nume. |
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Tanto un Tarquinio! |
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E ben, se i rei siam noi, Produci il nostro accusator. |
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Non posso Senza farmi spergiuro. |
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Il fatto adunque, Orazio, vi condanna. |
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È ver, ma l’armi Ne assolveran, se a me non credi. I nostri Ostaggi intanto a noi sian resi. |
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Il dritto Di chiederli perdeste. |
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Un nuovo è questo Artificio, o signor. Già Clelia è in Roma |
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Come! |
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Larissa ed io del suo tragitto Fummo or or spettatori. |
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Oh stelle! |
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Or quale Di loro intelligenza Brami altra prova? |
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Ah, questo è troppo! |
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E pure Di nostra fé... |
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Basta: ho sofferto assai Quel colpevole orgoglio. Va, torna a Roma, e di’ che guerra io voglio. |
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L’avrai; ma trema. Assai tremar doveste Quand’era al valor nostro unico sprone L’amor di libertà. Quai nuovi, or pensa, Di vendetta e d’onor stimoli aggiunga L’inganno, il tradimento, La calunnia, l’insulto. A Roma, oh stelle, Perfidie attribuir! Violatrice Roma de’ giuramenti! Dèi, che foste presenti A’ sacri patti, è vostro il torto; a voi Consacro il traditor. Vieni, o Porsenna, Venga l’Etruria; anzi la terra tutta S’affretti pur contro di noi. Quai sono Ragion, giustizia armi tremende in guerra, Tutta da Roma imparerà la terra.
De’ folgori di Giove Roma pugnando al lampo Trarrà compagni in campo Tutti gli dèi con sé. Sarà per tutto altrove A’ posteri d’esempio Il memorando scempio Di chi tradi la fé. (parte) |