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Pietro Metastasio Zenobia IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SESTA
Tiridate, poi Mitrane, e detta in disparte.
TIR. |
Né ritorna Mitrane! Ah! mi spaventa La sua tardanza. Eccolo. Aimè! Che mesto, Che torbido sembiante! Amico, ah! vola: M’uccidi, o mi consola. Il mio tesoro Dov’è? ne rintracciasti Qualche novella? |
MIT. |
Ah, Tiridate! |
TIR. |
Oh Dio, Che silenzio crudel! Parla. È un arcano La sorte di Zenobia? Ognuno ignora Che fu di lei, dove il destin la porta? |
MIT. |
Ah! pur troppo si sa. |
TIR. |
Che avvenne? |
MIT. |
È morta. |
TIR. |
|
MIT. |
Quell’empio istesso Che il genitor trafisse, La figlia anche svenò. |
TIR. |
Chi? |
MIT. |
Radamisto Fu l’inumano. |
TIR. |
Ah, scellerato! E tanto... No, possibil non è. Qual cor non placa Tanta bellezza? Ei ne languia d’amore. Non crederlo, Mitrane. |
MIT. |
Il Ciel volesse Che fosse dubbio il caso. Ei dell’Arasse Sul margo la ferì: dall’altra sponda Un pescator nell’onda Cader la vide. A darle aita a nuoto Corse, ma in vano: era sommersa. Ei solo L’ondeggiante raccolse Sopravveste sanguigna. I detti suoi Esser non ponno infidi: La spoglia è di Zenobia, ed io la vidi. |
TIR. |
Soccorrimi. |
ZEN. |
(Oh cimento!) |
TIR. |
(si appoggia ad un tronco) Agli occhi miei Manca il lume del dì. |
ZEN. |
(Consiglio, o dèi!) |
MIT. |
Principe, ardir! Con questi colpi i numi Fan prova degli eroi. |
TIR. |
Lasciami. |
MIT. |
In questo Stato degg’io lasciarti! Di me, signor, che si direbbe? |
TIR. |
Ah! parti. |
MIT. |
Ch’io parta? M’accheto, Rispetto il comando; Ma parto tremando, Mio prence, da te. Minaccia periglio L’affanno segreto, Qualor di consiglio Capace non è. (parte) |