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Pietro Metastasio Zenobia IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA NONA
Tiridate solo.
TIR. |
Non so più dove io sia: sì strano è il caso, Che parmi di sognar. Come s’accorda La tenerezza antica Con quel rigor? M’odia Zenobia, o m’ama? Se m’odia, a che mi salva? Se m’ama, a che mi fugge? Io d’ingannarmi Quasi dubiterei, ma quel sembiante Tanto impresso ho nell’alma... E non potrebbe Esservi un’altra ninfa Simile a lei? Di sì bell’opra forse S’invaghì, si compiacque, E in due l’idea ne replicò Natura. No; begli occhi amorosi, Siete quei del mio ben. Voi sol potete Que’ tumulti, ch’io sento, Risvegliarmi nel cor. Non diè quest’alma Tanto dominio in su gli affetti suoi, Care luci adorate, altro che a voi.
Vi conosco, amate stelle, A que’ palpiti d’amore Che svegliate nel mio sen. Non m’inganno; siete quelle: Ne ho l’immagine nel core: Né sareste così belle, Se non foste del mio ben. |