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Pietro Metastasio Achille in Sciro IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA ULTIMA
Ulisse, poi Deidamia, e detti; indi tutti.
ACH. |
Ah! vieni, Ulisse. I miei felici eventi Sapesti forse? |
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ULI. |
Assai diversa cura Qui mi conduce. Eccelso re, conviene Che, deposto ogni velo, al fin t'esponga Della Grecia il voler. Sappi... |
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LIC. |
Già tutto Mi è noto: a parte a parte alle richieste Risponderò. |
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ACH. |
(incontrandola) Mia cara sposa, al fine Giungesti pur. Non tel diss'io? La sorte Non cambiò di sembianza? |
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DEID. |
(inginocchiandosi) |
A' piedi tuoi, |
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Mio re, mio genitor... |
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LIC. |
Sorgi. (Deidamia si alza) È soverchio Ciò che dir mi vorresti. Io già de' fati Tutto l'ordine intendo. Una gran lite Compor bisogna; a me s'aspetta: udite. Tutto del cor d'Achille L'impero ad usurpar pugnano a gara E la gloria e l'amor. Questo capace Sol di teneri affetti, e quella il vuole Tutto sdegni guerrieri. Ingiusti entrambi, Chiedon soverchio. E che sarebbe, Ulisse, Il nostro eroe, se respirasse ognora Ira e furor? Qual diverrebbe, o figlia, Se languir si vedesse Sempre in cure d'amor? Dove lo chiama La tromba eccitatrice, Vada, ma sposo tuo. Ti torni al fianco, Ma cinto di trofei. Co' suoi riposi Del sudor si ristori, E col sudore i suoi riposi onori. |
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ACH. |
Sposa, Ulisse, che dite? |
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DEID. |
Alle paterne Giuste leggi m'accheto. |
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ULI. |
Lieta il saggio decreto Ammirerà la Grecia. |
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ACH. |
Or non mi resta Che desiar. |
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LIC. |
Gl'illustri sposi unisca Il bramato da lor laccio tenace; E la gloria e l'amor tornino in pace. |
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Ecco, felici amanti, Ecco Imeneo già scende: Già la sua face accende, Spiega il purpureo vel. Ecco a recar sen viene Le amabili catene A voi, per man de' numi, Già fabbricate in Ciel. |
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(Mentre cantasi il coro che precede, scenderà dall'alto denso globo di nuvole, che prima ingombrerà, dilatandosi, gran parte della reggia, e scoprirà poi agli spettatori il luminoso tempio della Gloria, tutto adornato de' simulacri di coloro ch'ella rese immortali. Si vedranno in aria innanzi al tempio medesimo la Gloria, Amore ed il Tempo, ed in sito men sollevato numerose schiere di lor seguaci) |
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La Gloria, Amore, ed il Tempo |
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GLO. |
E quale a me vi guida, Rivali dèi, nuova cagione? Amore, Che a sedurmi i seguaci Sempre pensò; l'invido Tempo, inteso Ad oscurarmi ognor, come in un punto Cambia costume, e l'uno e l'altro amico Orma in volto non ha dell'odio antico! |
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TEM. |
Non v'è più sdegno in Cielo. |
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AMO. |
A' numi ancora Questa lucida aurora Messaggiera è di pace. Oggi dell'Istro Su la sponda real l'anime auguste Di Teresa e Francesco Stringe nodo immortale. Opra è d'Amore La fiamma lor; ma di sì bella fiamma Deggio i principii a te. Bastar potea Quella sola a destarla, onde son cinte, Maestosa beltà; ma trarla io volli Da fonti più sublimi. Agli alti sposi Le scambievoli esposi Proprie glorie ed avite, e le comuni Vive brame d'onor. L'anime grandi Si ammiraro a vicenda, e sé ciascuna Nell'altra ravvisò. Le rese amanti Tal somiglianza. Indi in entrambe Amore Fu cagione ed effetto; in quella guisa Che il moto, ond'arde e splende Face a face congiunta, acquista e rende. Ah! mentre il fuoco mio, Se alimento ha da te, tanto prevale, Tuo seguace son io, non tuo rivale. |
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TEM. |
Né me, dea degli eroi, Tuo nemico chiamar. Come oscurarti Dopo un tale imeneo? Su' grandi esempi E di Carlo e d'Elisa i regi sposi Formar se stessi. Or che gli accoppia il Cielo Propagheran ne' figli Le cesaree virtù. Qual ombra opporre A tanto lume? Ah! non lo bramo: altero Son d'esser vinto. A' secoli venturi Dian nome i grandi credi. Io della loro Inestinguibil lode Farò tesoro e ne sarò custode. |
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GLO. |
Giunse dunque una volta il dì felice, Di cui tanto nel cielo Si ragionò? che le speranze accoglie Di tanti regni, e che precorso arriva Da tanti voti? Oh lieto dì! Corriamo, Amici dèi, della festiva reggia Ad accrescer la pompa. Unir conviene A pro de' chiari sposi Tutte le nostre cure. |
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AMO. |
Al nobil fuoco, Che in lor destai, somministrar vogl'io Sempre nuovo alimento. |
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TEM. |
Io de' lor anni Lunghissimo e tranquillo Il corso reggerò. |
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AMO. |
Per me d'eroi Il talamo reale Sarà fecondo. |
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TEM. |
Io serberò gli esempi Degli atavi remoti Ai più tardi nipoti. |
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GLO. |
Io fui di quelli, Io di questi sarò compagna e duce: Tutti i lor nomi io vestirò di luce. |
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Tutti venite, o dèi, Il nodo a celebrar, I dolci ad affrettar Bramati istanti. |
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Ecco, felici amanti, Ecco Imeneo già scende: Già la sua face accende, Spiega il purpureo vel. |
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Ecco a recar sen viene Le amabili catene A voi, per man de' numi, Già fabbricate in Ciel. |