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Pietro Metastasio Zenobia IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUINTA
Zenobia e Tiridate
ZEN. |
Ove t’affretti, Signor? Fermati. (a Radamisto, seguendolo) |
TIR. |
Ingrata! Già t’involi da me? |
ZEN. |
Principe... Oh Dio! Ti pregai d’evitarmi. |
TIR. |
Ah! quale arcano Mi si nasconde? Ubbidirò; ma dimmi Perché mi fuggi almen. |
ZEN. |
Tutto saprai Pria di quel che vorresti. Addio. |
TIR. |
Perdona, Deggio seguirti. |
ZEN. |
Ah! no. |
TIR. |
Pur or ti vidi In troppo gran periglio. Io non conosco Chi t’assalì, chi ti difese, e sola Lasciarti in rischio a gran rossor mi reco. |
ZEN. |
Il mio rischio più grande è l’esser teco. (partendo) |
TIR. |
Ma ch’io non possa almen... (volendo seguirla) |
ZEN. |
Lasciami in pace; Per pietà lo domando. È questa vita Dono della tua man; grata ti sono: Perché, signor, vuoi funestarmi il dono?
Pace una volta e calma Lascia ch’io trovi almen; Non risvegliarmi in sen Guerra e tempesta: Tempesta, in cui quest’alma Potria smarrirsi ancor; Guerra, che al mio candor Saria funesta. (parte) |