Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Pietro Metastasio
Adriano in Siria

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

ADRIANO IN SIRIA

 

ARGOMENTO

 

Era in Antiochia Adriano, e già vincitore de’ Parti, quando fu sollevato all’impero. Ivi fra gli altri prigionieri ritrovavasi ancora la principessa Emirena, figlia del re superato, dalla beltà della quale aveva il nuovo Cesare mal difeso il suo cuore, benché promesso da gran tempo innanzi a Sabina, nipote del suo benefico antecessore. Il primo uso, ch’egli fece della suprema potestà, fu il concedere generosamente la pace a’ popoli debellati, e l’invitare in Antiochia i principi tutti dell’Asia, ma particolarmente Osroa, padre della bella Emirena. Desiderava egli ardentemente le nozze di lei, ed avrebbe voluto che le credesse ogni altro un vincolo necessario a stabilire una perpetua amistà fra l’Asia e Roma. E forse il credeva egli stesso, essendo errore pur troppo comune, scambiando i nomi alle cose, il proporsi come lodevol fine ciò, che non è se non un mezzo, onde appagar la propria passione. Ma il barbaro re, implacabil nemico del nome romano, benché ramingo e sconfitto, disprezzò l’amichevole invito, e portossi sconosciuto in Antiochia, come seguace di Farnaspe, principe a lui tributario, cui sollecitò a liberare e con preghiere e con doni la figlia prigioniera, ad esso già promessa in isposa, per poter egli poi, tolto un sì caro pegno dalle mani del suo nemico, tentar liberamente quella vendetta, che più al suo disperato furor convenisse. Sabina intanto, intesa l’elezione del suo Adriano all’impero, e nulla sapendo de’ nuovi affetti di lui, corse impaziente da Roma in Siria a trovarlo ed a compir seco il sospirato imeneo. Le dubbiezze di Cesare fra l’amore per la principessa de’ Parti e la violenza dell’obbligo, che lo richiama a Sabina, la virtuosa tolleranza di questa, le insidie del feroce Osroa, delle quali cade la colpa su l’innocente Farnaspe, e le smanie d’Emirena ne’ pericoli or del padre, or dell’amante ed or di se medesima, sono i moti, fra’ quali a poco a poco si riscuote l’addormentata virtù d’Adriano, che, vincitore al fine della propria passione, rende il regno al nemico, la consorte al rivale, il cuore a Sabina e la sua gloria a se stesso.

(Dione Cassio, Lib. XIX; Sparziano, in Vita Hadriani Caesaris.).

 

 




Precedente - Successivo

Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License