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Pietro Metastasio Adriano in Siria IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA TREDICESIMA
Osroa solo.
OSR. |
Se quel folle si perde, Noi serbiamoci, amici, ad altre imprese. Vadan le faci a terra. Al noto loco Ritornate a celarvi. (parte il séguito) E pure, ad onta Del mio furor, sento che padre io sono. Non so quindi partir. Sempre mi volgo Di nuovo a quelle mura. Eh! non s’ascolti Una vil tenerezza. Ah! forse adesso Però spira la figlia, e forse a nome Moribonda mi chiama. A tempo almeno Fosse giunto Farnaspe. Il lor destino Voglio saper. Dove m’inoltro? Oh dèi! Di qua gente s’appressa, Di là cresce il tumulto, e tutto in moto È il cesareo soggiorno. Oh amico! oh figlia! Parto? Resto? Che fo? Senza salvarli Mi perderei. Ma, giacché tutto, o numi, Volevate involarmi, Questi deboli affetti a che lasciarmi? (fugge) |