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Pietro Metastasio Adriano in Siria IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA TERZA
Sabina, poi Adirano, indi Aquilio
SAB. |
Chi sa! Quando lontana Emirena sarà, forse ritorno Farà ’l mio sposo al primo amor. Non dura Senz’esca il fuoco, e inaridisce il fiume, Separato dal fonte onde partissi. |
ADRI. |
Emirena, mio ben... (Numi, che dissi!) (vuol partire) |
SAB. |
Perché fuggi, Adriano? Un sol momento Non mi negar la tua presenza, e poi Torna al tuo ben, se vuoi. |
ADRI. |
Come! Supponi... Qual è dunque il mio bene? |
SAB. |
Ah! non celarmi Quell’onesto rossor. Tu non sai quanto Grato mi sia. Non arrossisce in volto Chi non vede il suo fallo; e chi lo vede È vicino all’emenda. |
ADRI. |
Oh Dio! |
SAB. |
Sospiri? Lascia me sospirar. Numi del cielo, Chi creduto l’avria! L’onor di Roma, L’esempio degli eroi, la mia speranza, Adriano incostante! È possibile? È ver? Chi ti sedusse? Parla, di’, come fu? |
ADRI. |
Che vuoi ch’io dica, Se tutto mi confonde? Ah, lascia queste Moderate querele. Dimmi pure infedele, Chiamami traditor, sfogati. Io veggo Ch’hai ragion d’insultarmi. I merti tuoi, Gli scambievoli affetti, Le cento volte e cento Replicate promesse io mi rammento. Ma che pro? Non son mio. Conosco, ammiro La tua virtù, la tua bellezza, e pure... Sol ch’io vegga... Ah, Sabina, odio me stesso Per l’ingiustizia mia. So ch’è dovuta Una vendetta a te. Vuoi la mia morte? Svenami: è giusto. Io non m’oppongo. Aspiri A svellermi dal crin l’augusto alloro? Lo depongo in tua man. Saria felice Suddito a sì gran donna il mondo intero. |
SAB. |
Ah! domando il tuo core e non l’impero. |
ADRI. |
Era tuo questo cor. S’io lo difesi, Se a te volli serbarlo, Il Ciel lo sa. Ne chiamo Tutti, o Sabina, in testimonio i numi. Le bellezze dell’Asia Eran vili per me. Freddo ogni sguardo, A paragon de’ tuoi, Lunga stagion credei che fosse. |
SAB. |
E poi? |
ADRI. |
E poi... Non so. Di mia virtù sicuro, Trascurai le difese; Ed Amor mi sorprese. Ero nel campo, Pieno d’una vittoria E caldo ancor de’ bellicosi sdegni, Quando condotta innanzi Mi fu Emirena. Ad un diverso affetto È facile il passaggio, Quando è l’alma in tumulto. Io la mirai Carica di catene Domandarmi pietà, bagnar di pianto Questa man che stringea, fissarmi in volto Le supplici pupille In atto così dolce... Ah! se in quell’atto Rimirata l’avesse a me vicina, Parrei degno di scusa anche a Sabina. |
SAB. |
Ah, questo è troppo. Abbandonar mi vuoi: Hai coraggio di dirlo: in faccia mia Ostenti la beltà, che mi contrasta Del tuo core il possesso: e non ti basta? Pretenderesti ancora, Per non vederti afflitto, Ch’io facessi la scusa al tuo delitto? E dove mai s’intese Tirannia più crudele? Il premio è questo Che ho da te meritato? Barbaro! mancator! spergiuro! ingrato! (s’abbandona sopra una sedia) |
AQUI. |
(Qui Sabina!) (in disparte) |
ADRI. |
(Io non posso Più vederla penar. Troppo a quel pianto Mi sento intenerir). Deh! ti consola, Bella Sabina. A’ lacci tuoi felici Tornerò: sarò tuo. |
AQUI. |
(Stelle!) |
SAB. |
(guardandolo con tenerezza) Che dici? |
ADRI. |
Che alla pietà già cedo, Messaggiera d’Amore. |
SAB. |
Ah, non lo credo. |
AQUI. |
(Qui bisogna un riparo). |
SAB. |
S’Emirena una volta Torni a veder... |
ADRI. |
Non la vedrò. |
SAB. |
Ma puoi Di te fidarti? |
ADRI. |
Ho risoluto, e tutto Si può quando si vuole. |
AQUI. |
(ad Adriano) A’ piedi tuoi L’afflitta prigioniera Inchinarsi desia. Non ti ritrova, E lung’ora ti cerca. |
SAB. |
(Ecco la prova). |
ADRI. |
No, Aquilio: io più non deggio Emirena veder. Tempo una volta È pur ch’io mi rammenti La mia fida Sabina. |
SAB. |
(Oh cari accenti!) |
AQUI. |
È giustizia, è dover. Ma che domanda La povera Emirena? A lei si niega Quel che a tutti è concesso? È serva, è vero; Ma pur nacque regina. |
ADRI. |
Veramente, Sabina, Par crudeltà non ascoltarla. |
SAB. |
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ADRI. |
L’udirò te presente: Che potresti temer? Resta, e vedrai... |
SAB. |
Oh! questo no. Già m’ingannasti assai. (s’alza)
Assai m’ingannasti, Ingrato! ti basti. Io stessa non voglio Vedermi tradir. La fiamma novella Scordarti non sai. T’aggiri, sospiri, Cercando la vai: Lontano da quella Ti senti morir. (parte) |