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Pietro Metastasio
Alessandro nell'Indie

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ATTO PRIMO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Campo di battaglia sulle rive dell’Idaspe. Tende, carri rovesciati, soldati dispersi, armi, insegne ed altri avanzi dell’esercito di Poro disfatto da Alessandro.

 

Terminata la sinfonia, s’ode strepito d’armi e di stromenti militari. Nell’alzar della tenda veggonsi soldati che fuggono.

Poro con ispada nuda, indi Gandarte

 

PORO

Fermatevi, codardi! Ah! con la fuga

Mal si compra una vita. A chi ragiono?

Non ha legge il timor. La mia sventura

I più forti avvilisce. È dunque in cielo

Sì temuto Alessandro

Che a suo favor può fare ingiusti i numi?

Ah! si mora, e si scemi

Della spoglia più grande

Il trionfo a costui... Ma la mia sposa

Lascio in preda al rival? No, si contrasti (ripone la spada nel fodero)

L’acquisto di quel core

Sino all’ultimo dì.

GAND.

Prendi, signore, (frettoloso e porgendo il proprio elmo a Poro)

Prendi, e il real tuo serto

Sollecito mi porgi. Oh Dio! s’avanza

La schiera ostil. Deh! non tardar. S’inganni

Il nemico così.

PORO

Ma il tuo periglio?

GAND.

È periglio privato. In me non perde

L’India il suo difensor. Porgi, t’affretta:

Non abbiam che un istante.

PORO

Ecco, o mio fido, (si leva il proprio cimiero e lo pone sul capo a Gandarte)

Sul tuo crine il mio serto. Ah, sia presagio

Di grandezze future.

GAND.

E vengano con lui le tue sventure. (parte)

 

 

 




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