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Pietro Metastasio
Alessandro nell'Indie

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SCENA TERZA

 

Alessandro, poi Timagene con Erissena incatenata, due Indiani e séguito.

 

ALESS.

Oh ammirabile sempre,

Anche in fronte a’ nemici,

Carattere d’onor! Quel core audace,

Perché fido al suo re, minaccia e piace.

TIMAG.

Questa, che ad Alessandro

Prigioniera donzella offre la sorte,

Germana è a Poro.

ERISS.

(Oh dèi!

D’Erissena che fia!)

ALESS.

Chi di quei lacci

L’innocente aggravò?

TIMAG.

Questi di Poro

Sudditi per natura,

Per genio a te. Fu lor disegno offrirti

Un mezzo alla vittoria.

ALESS.

Indegni! Il ciglio

Rasciuga, o principessa. Ad Alessandro

Persuade rispetto il tuo sembiante.

ERISS.

(Che dolce favellar!)

TIMAG.

(Son quasi amante).

ALESS.

Agli empi, o Timagene,

Si raddoppino i lacci

Che si tolgono a lei. Tornino a Poro

Gl’infidi ed Erissena:

Questa alla libertà, quelli alla pena. (due comparse sciolgono Erissena ed incatenano gl’Indiani)

ERISS.

Generosa pietà!

TIMAG.

Signor, perdona:

Se Alessandro foss’io, direi che molto

Giova se resta in servitù costei.

ALESS.

S’io fossi Timagene anche il direi.

 

Vil trofeo d’un’alma imbelle

È quel ciglio allor che piange:

Io non venni insino al Gange

Le donzelle a debellar.

Ho rossor di quegli allori,

Che non han fra’ miei sudori

Cominciato a germogliar.

 

 

 




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