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Pietro Metastasio Alessandro nell'Indie IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA DODICESIMA
Nel tempo d’una breve sinfonia si vedono venire diverse barche pel fiume,
dalle quali scendono molti Indiani, portando diversi doni; e dalla principale
sbarca Cleofide, che viene incontrata da Alessandro.
Cleofide e detti.
CLEOF. |
Ciò ch’io t’offro, Alessandro, È quanto di più raro, O nell’indiche rupi O nella vasta oriental marina, Per me nutre e colora Il sol vicino e la feconda aurora. Se non mi sdegni amica, eccoti un dono All’amistà dovuto: Se suddita mi brami, ecco un tributo. |
ALESS. |
Da’ sudditi io non chiedo Altr’omaggio che fede, e dagli amici Prezzo dell’amistade io non ricevo: Onde inutili sono Le tue ricchezze, o sian tributo o dono. Timagene, alle navi Tornino que’ tesori. (Timagene si ritira, dando ordine agl’Indiani che tornino su le navi coi doni) |
CLEOF. |
Ah! mel predisse il cor. Questo disprezzo Giustifica il mio pianto. (piange) L’esserti... odiosa... tanto... |
ALESS. |
Ma non è ver. Sappi... t’inganni... Oh Dio! (M’uscì quasi da’ labbri «idolo mio»). |
CLEOF. |
Signor, rimanti in pace. A me non lice Miglior sorte sperar de’ doni miei: Più di quelli importuna io ti sarei. (in atto di partire) |
ALESS. |
T’arresta. (arrestandola) Ah! mal, regina, Interpreti il mio cor. Siedi e ragiona. |
CLEOF. |
Ubbidirò. |
ALESS. |
(Che amabile sembianza! |
CLEOF. |
(Mie lusinghe, alla prova). (siedono) |
ALESS. |
(Alma, costanza). |
CLEOF. |
In faccia ad Alessandro Mi perdo, mi confondo; e non so come... |