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Pietro Metastasio
Alessandro nell'Indie

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ATTO SECONDO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Gabinetti reali.

 

Poro e Gandarte

 

PORO

E passerà l’Idaspe

L’aborrito rival senza contesa?

GAND.

No, mio re. Per tuo cenno

Già radunai gran parte

De’ tuoi sparsi guerrieri, e presso al ponte,

Che unisce dell’Idaspe ambe le rive,

Cauto gli ascosi. In questo agguato avvolto

Troverassi Alessandro appena giunto

Di qua dal fiume; ed il soccorso a lui

Dell’esercito greco il ponte angusto

Ritarderà.

PORO

Benché da lui diviso

L’esercito rimanga, avrà difesa.

Sai pur che in ogni impresa

Lo precedono sempre

Gli argiraspidi suoi.

GAND.

Fra questi appunto

Seminò Timagene

L’odio per lui. Gli avrem compagni, o almeno

Non ci saran nemici; e, quando ancora

Gli fossero fedeli, il lor coraggio

Si perderà nell’improvviso assalto.

Tu questi dalle sponde

Combattendo disvia. Sul varco angusto

Io sosterrò del ponte

L’impeto ostile. Alle mie spalle intanto

Diroccheranno i nostri

Gli archi di quello ed i sostegni, in parte

Rosi dal tempo e indeboliti ad arte.

Così là senza duce

Resteranno le schiere, e senza schiere

Qua il duce resterà. Compìto questo,

Al fato e al tuo valor si fidi il resto.

PORO

L’unico ben, ma grande,

Che riman fra’ disastri agl’infelici,

È il distinguer da’ finti i veri amici.

Oh, del tuo re, non della sua fortuna,

Fido seguace! E perché mai del regno,

Ond’io possa premiarti, il Ciel mi priva?

 

 

 




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