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Pietro Metastasio Alessandro nell'Indie IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA TREDICESIMA
Cleofide, Gandarte e poi Erissena
CLEOF. |
Chi sperava, o Gandarte Tanta felicità fra tanti affanni? Quanto dobbiamo a’ tuoi pietosi inganni! |
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GAND. |
Di vassallo e d’amico Ho compiuto il dover. Ma... chi s’appressa? |
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CLEOF. |
Sarà forse lo sposo. Ah, no: giunge Erissena. |
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GAND. |
Oh, come asperso Ha di lagrime il volto! |
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CLEOF. |
Eh! non è tempo Di pianto, o principessa. Andremo altrove A respirar con Poro aure felici. |
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ERISS. |
Ah, che Poro morì. |
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CLEOF. |
Come! |
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GAND. |
Che dici! |
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CLEOF. |
Mi ha tradita Alessandro! |
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ERISS. |
Ei di se stesso Fu l’uccisor. |
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CLEOF. |
Quando? Perché? Finisci Di trafiggermi il cor. (con affanno e fretta) |
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ERISS. |
Sai che rimase, Creduto Asbite, a Timagene in cura... |
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CLEOF. |
E ben? |
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ERISS. |
Cinto da’ Greci, Lungo il fiume alle tende Andava prigionier, quando si mosse Con impeto improvviso, ed i sorpresi Improvidi custodi urtò, divise: Fra lor la via s’aperse Si lanciò nell’Idaspe e si sommerse. |
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GAND. |
Privo di te, servo de’ Greci, in odio (a Cleofide) Ebbe Poro la vita. |
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CLEOF. |
(piangendo) |
I suoi furori |
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Mi predicean qualche funesto eccesso. |
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GAND. |
Ma donde il sai? |
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ERISS. |
Da Timagene istesso. |
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CLEOF. |
Che mi giovò su l’are Tante vittime offrirvi, ingiusti dèi? Se voi de’ mali miei Siete cagione, all’ingiustizia vostra Non son dovute; e, se governa il caso Tutti gli umani eventi, (con passione disperata) Vi usurpate il poter, numi impotenti! |
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GAND. |
Ah, che dici, o regina! Un mal privato Spesso è pubblico bene; E v’è sempre ragione in ciò che avviene. Fuggi; torna in te stessa; Pensa a salvarti. |
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CLEOF. |
(come sopra) |
A che fuggir? Qual danno |
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Mi resta da temer? Lo sposo, il regno, Misera! già perdei; si perda ancora La vita che m’avanza: Dov’è più di periglio, ho più speranza.
Se il Ciel mi divide Dal caro mio sposo, Perché non m’uccide Pietoso il martìr? Divisa un momento Dal dolce tesoro, Non vivo, non moro; Ma provo il tormento D’un viver penoso, D’un lungo morir. (parte) |