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Pietro Metastasio Antigono IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA DECIMA
Berenice e detti.
BEREN. |
(con affanno d’allegrezza) Cangiò sembianza, Antigono, il tuo fato. Oh fausto evento! Oh lieto dì! Sappi... |
ANT. |
Già so di quanto D’Alessandro alla sposa Son debitor. Ma d’una fé disponi, Che a me legasti, io non disciolsi. |
BEREN. |
Oh dèi, Non ci arrestiam. Per quel cammino ignoto, Che quindi al mar conduce, alle tue schiere Sollecito ti rendi; ed Alessandro Farai tremar. |
ANT. |
Che dici! Ai muri intorno L’esercito d’Epiro... |
BEREN. |
È già distrutto: Agenore, il tuo duce, intera palma Ne riportò. Dal messaggier, che ascoso Non lungi attende, il resto udrai. T’affretta; Ché assalir la città non ponno i tuoi, Fin che pegno vi resti. |
ANT. |
Onde soccorso Ebbe Agenore mai? |
BEREN. |
Dal suo consiglio, Dall’altrui fedeltà, dal negligente Fasto de’ vincitori. Ei del conflitto Unì gli avanzi inosservato, e venne Il primo fallo ad emendar. |
ANT. |
Di forze Tanto inegual, no, non potea... |
BEREN. |
Con l’arte Il colpo assicurò. Fiamme improvvise Ei sparger fe’ da fida mano ignota Fra le navi d’Epiro. In un momento Portò gl’incendi il vento Di legno in legno; e le terrestri schiere Già correano al soccorso. Allor feroci Entran nel campo i tuoi. Quelli non sanno Chi gli assalisca, e fra due rischi oppressi Cadono irresoluti, Senza evitarne alcuno. All’armi in vano Gridano i duci: il bellicoso invito Atterrisce o non s’ode. Altri lo scampo Non cerca, altri nol trova. Il suon funesto Del ripercosso acciar, gli orridi carmi Di mille trombe, le minacce, i gridi Di chi ferisce o muor, le fiamme, il sangue, La polve, il fumo e lo spavento abbatte I più forti così, che un campo intero Di vincitor vinto si trova, e tutto Su i trofei, che usurpò, cade distrutto. |
DEM. |
Oh numi amici! |
ANT. |
Oh amico Ciel! Si vada La vittoria a compir. (volendo partire) |